Riforme, da Conte mezzo “sì” al cancellierato di Calenda. Sui migranti ancora gelo con Schlein
La polemica con Elly Schlein sui migranti ha lasciato il segno. E ora Giuseppe Conte teme di perdere “contatto” con il gruppone dell‘opposizione. Perciò tira fuori gli artigli: «Nessuno si permetta di schiacciarmi in questa propaganda di destra, perché noi partiamo sempre dal rispetto della dignità di ogni essere umano, dalla tutela dei diritti fondamentali». Mentre pronunciava queste parole l‘ex-premier era impegnato in una conferenza stampa alla Camera, nel corso della quale ha presentato le proposte di legge del M5S sulla scuola. Ma le domande dei giornalisti lo hanno ricondotto alla polemica scoppiata con il Pd sull’accoglienza e sullo Ius soli, cui i grillini restano contrari.
Conte ai giornalisti: «Sui flussi non paragonatemi alla destra»
Le critiche al piano-migranti proposto dalla Schlein («non possiamo fare entrare tutti») gli sono costate l’accusa strisciante di essere “oggettivamente” alleato di Giorgia Meloni. E lui si è infuriato. «Come vi permettete di paragonarmi a questa destra? Però la sinistra chiarisca quali sono le sue reali proposte perché questo non è un Paese che può accogliere tutti. Il Pd cosa propone? Ce lo dica, senza far polemica». In realtà Conte teme che la sua sfida alla leader dem per il primato elettorale sulla sinistra possa subire su questo tema una brusca battuta d’arresto. D’altra parte, resta pur sempre il premier che ha autorizzato il varo dei decreti-sicurezza fortemente voluti da Salvini ai tempi del governo giallo-verde, ma che il Pd vedeva (e vede) come fumo negli occhi.
Slittato a domani l’incontro con Grillo
È anche per questo che sul tema delle riforme istituzionali tenta di riallinearsi alla Schlein sostenendo che «il premierato indebolisce il Parlamento». Una contraddizione, visto che Conte punta a rafforzare i poteri del premier («oggi non è nella condizione di rimuovere un ministro»). Ma tant’è: il capo dei 5Stelle sa che sul tema delle riforme non può restare in mezzo al guado e che dopo aver sdegnosamente snobbato il testo della maggioranza non può chiudere anche all’opposizione. Da qui il mezzo sì al cancellierato proposto da Carlo Calenda che lo riconduce in braccio al Pd. Conte dice di non voler «trapiantare» nella nostra Costituzione il modello tedesco, ma poi parla di legge elettorale proporzionale con sbarramento e sfiducia costruttiva, due istituti profondamente “teutonici“. Insomma, tutto e il suo esatto contrario. Intanto è slittato a domani l’incontro, previsto per oggi, con Beppe Grillo.