Sport in Costituzione, vinta la battaglia della destra con voto bipartisan. Meloni: “Svolta culturale”
Con 312 voti favorevoli, raggiungendo così la maggioranza dei due terzi dei componenti, la Camera ha approvato all’unanimità in via definitiva la riforma costituzionale in materia di attività sportiva, che prevede, all’articolo 33 della Carta, che “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Come per ogni disegno di legge di riforma costituzionale, per essere approvato il testo sulla tutela dello sport ha seguito un esame particolare in Parlamento: il provvedimento è stato infatti approvato due volte sia dalla Camera sia dal Senato nella stessa versione, in un intervallo di tempo non inferiore ai tre mesi, e con la maggioranza assoluta dei voti nella seconda votazione. Una storica vittoria della destra italiana, che da anni si batteva per questa riforma, anche con iniziative pubbliche in sedi sportive.
Sport in Costituzione, la soddisfazione della Meloni
“L’approvazione all’unanimità in via definitiva in Parlamento della riforma costituzionale per l’introduzione dello sport in Costituzione rappresenta una pagina storica per la Nazione. Riconoscere nella nostra Carta fondamentale il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme è una vera e propria rivoluzione culturale”, commenta il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il premier “è una vittoria dello sport in ogni sua declinazione – non solo agonistica ma anche dilettantistica, amatoriale, di base e di prossimità -, è un segno di attenzione nei confronti di tutti i cittadini che praticano attività sportiva ed è il riconoscimento di tutti gli operatori e i lavoratori del mondo dello sport, un segmento significativo della nostra economia per troppo tempo dimenticato. Il governo farà la sua parte per dare concreta attuazione a questa nuova norma costituzionale”.
Il ministro Abodi: “Ora diamole attuazione”
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, è il primo a dare una prospettiva concreta alla riforma. “Da un lato sarà necessario promuovere questa riforma e dall’altro dovremo saperla interpretare e attuare, oltre che nobilitare. Non basta una norma in Costituzione anche se è un passo molto importante, ma sarà fondamentale farla vivere nelle scelte di carattere politico e di governo, nazionale e sul territorio”.
Una battaglia della destra italiana
“Finalmente lo sport, grazie alla modifica all’articolo 33, che ora ‘riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme’, entra a far parte della Costituzione italiana. È la conferma di come Fratelli d’Italia, cui si deve la presentazione della modifica costituzionale grazie al senatore Iannone, abbia a cuore le attività sportive, la cui funzione, anche per il rilancio dell’Italia, è essenziale sia dal punto di vista economico sia da quello educativo”, commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. “Una storica battaglia del nostro partito che da sempre si batte per riconoscere il valore dello sport, in tutte le sue forme ed espressioni, quale fattore di sviluppo, in primo luogo educativo. Un risultato che renderà ineludibile l’impegno dello Stato nei confronti di un settore il cui indotto, da solo, rappresenta oltre il 3% del Pil della Nazione, e la cui funzione sociale, educativa e pedagogica sono fondamentali per la formazione e il benessere psico-fisico di tutte le generazioni”, conclude Foti.
Il plauso del Coni: “Degno riconoscimento di un valore civile”
“Primo sostenitore dall’avvento della Presidenza Coni, primo firmatario per avviare l’iter formale, oggi fiero dell’inserimento dello sport nella Costituzione grazie alla totale convergenza politica. Degno riconoscimento per il valore civile, sociale e culturale del movimento”. Queste le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, su X dopo l’ok definitivo della Camera all’ingresso dello Sport all’interno dell’articolo 33 della Costituzione.