
Terremoto in Marocco, l’apocalisse: oltre 2000 vittime, altrettanti feriti. Tajani: 500 italiani lì, stanno tutti bene
Il boato e poi l’apocalisse: il bollettino del terremoto in Marocco aggiorna drammaticamente i suoi dati, e secondo l’ultimo bilancio – purtroppo destinato a crescere – fornito in nottata dalle autorità di Rabat, i morti accertati sono 2.012, i feriti sono 2.059, oltre 1.400 dei quali in gravi condizioni. Il re del Marocco Mohamed VI ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Terremoto in Marocco: oltre 2000 morti e migliaia i feriti
Intanto, anche le informazioni sui nostri connazionali aggiornano su dati e situazione: secondo la Farnesina, sono 500 gli italiani attualmente nel Paese e «stanno tutti bene», ha reso noto il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Nicola Minasi parlando a Rainews24, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto.
Tajani: 500 gli italiani nel Paese. Stanno tutti bene
Il ministro ha dato subito indicazioni operative esortando a evitare l’aeroporto di Marrakech perché «intasato». E a raggiungere invece con i bus gli scali di Casablanca o Rabat per imbarcarsi. Precisando che da questi due scali i voli sono regolari. All’aeroporto di Marrakesh è stato anche istituito un desk dedicato da parte del Consolato onorario della città per assistere gli italiani. Non sono previsti per ora voli speciali per il rientro degli italiani ma, ha sottolineato ancora Tajani, «l’ambasciata d’Italia a Rabat, il consolato d’Italia a Casablanca, il consolato onorario a Marrakesh sono impegnati nel dare tutto il sostegno possibile ai nostri connazionali e l’Unità di crisi del ministero degli Esteri opera 24 ore su 24».
Terremoto in Marocco, le ricerche sono continuate tutta la notte
Sono continuate tutta la notte le ricerche di eventuali sopravvissuti al devastante terremoto di magnitudo 7 della scala Richter che ha colpito il Marocco venerdì sera. L’epicentro è stato localizzato al centro del Paese, a 16 chilometri del villaggio di Tata N’Yaaqoub, una zona montuosa che si trova a una settantina di chilometri da Marrakech, patrimonio Unesco dell’Umanità. Dove le parti più fragili delle mura che circondano la medina sono crollate. Così come il minareto di una piccola moschea. E mentre organizzazioni internazionali e associazioni benefiche di tutto il mondo si sono già attivate, le previsioni sono drammatiche: la bomba sismica deflagrata nel Paese, secondo la Croce Rossa ha scatenato un’emergenza che potrebbe durare anni.
Il boato, poi la devastazione
Il sisma ha avuto luogo alle 23.11 locali di venerdì 8 settembre. L’epicentro è stato localizzato 70 chilometri a sudovest di Marrakesh, ad una profondità di 18.5 chilometri. Secondo il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) di Rabat la magnitudo è stata di grado 7 sulla scala Richter. La scossa si è sentita con particolare intensità a Marrakesh, Agadir, Rabat e Casablanca. Ma la sua onda lunga di distruzione e morte non si è fermata lì. Le scosse si sono sentite anche nel sud della Spagna e in Portogallo.
Solidarietà anche dall’Algeria
La notizia e le immagini della devastazione hanno subito fatto il giro del mondo. E da ogni dove sono stati numerosi gli attestati di solidarietà e le offerte di invio di aiuti e assistenza. Anche l’Algeria, con una mossa considerata eccezionale, si appresta ad aprire lo spazio aereo per voli umanitari nel Marocco, malgrado la rottura diplomatica di due anni fa. «L’Algeria esprime le sue più profonde condoglianze e la più sincera solidarietà con le famiglie delle vittime del popolo fratello del Marocco», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri algerino. Una nota in cui il Paese esprime «completa disponibilità a inviare aiuti umanitari» nel caso venga richiesto. In quest’ambito è stata annunciata la riapertura dello spazio aereo per i voli umanitari.