Tor Bella Monaca, ucciso un pregiudicato. Il Gip nega il tentato omicidio per Don Coluccia
Tor Bella Monaca si macchia ancora di sangue. E’ morto Daniele Di Giacomo, 38 anni, con diversi precedenti penali, l’uomo ferito oggi pomeriggio a colpi di pistola in via Quaglia, nel quartiere popolare romano. La vittima dell’agguato si trovava a bordo di un Suv con una donna, quando una persona a bordo di uno scooter li ha affiancati ed ha aperto il fuoco. Il fatto è avvenuto a pochi metri da dove il 48enne Claudio Milletti era stato pestato a sangue e ridotto in fin di vita la notte tra il 10 e l’11 settembre. Ferita a un ginocchio anche la compagna che era con l’uomo ucciso, trasportata al pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata.
Un’escalation che dimostra la pericolosità dei clan romani
L’agguato di oggi, l’uccisione di Milletti , il tentato omicidio(incredibilmente non riconosciuto dal Gip) del prete coraggio Don Coluccia, confermano la pericolosità dei clan romani, legati dal vertiginoso giro di affari procurato dalla vendita degli stupefacenti. La risposta data dallo Stato è stata durissima: arresti nelle operazioni antidroga e coordinamento tra la Dda della Capitale e il Ministero degli interni, che ha già inviato nuovi agenti a Roma, soprattutto nelle periferie.
Tor Bella Monaca e Don Coluccia
Nella mattinata il viceministro agli affari sociali, che si occupa del contrasto alle dipendenze, Maria Teresa Bellucci, aveva incontrato Don Coluccia. “Insieme a don Antonio Coluccia, a Tor Bella Monaca, per dimostrargli la vicinanza del governo e attestargli la nostra solidarietà a fronte delle minacce e aggressioni ricevute”, aveva scritto l’esponente di FdI, postando le foto dell’incontro. “È fondamentale la presenza delle istituzioni in quei luoghi che una ristretta minoranza vorrebbe espropriare alla cittadinanza per trasformarli nelle zone franche dello spaccio, della violenza e dell’emarginazione. Il governo c’è, lo Stato c’è e c’è la parte sana della popolazione, brava gente che ogni giorno lotta con coraggio per il cambiamento”, aveva scritto Bellucci. “Ci batteremo insieme per ripristinare la legalità, per combattere la povertà educativa e la mancanza di opportunità”, chiudeva il suo post la rappresentante del governo.
Roma ha bisogno di un Comune presente nella lotta alla criminalità
Guardando le immagini dell’incontro tra Don Coluccia e Maria Teresa Bellucci si resta impressionati dal fatto che la scorta del sacerdote sia il triplo di quella assegnata a un viceministro, a testimonianza dei rischi che corre un prete coraggioso e straordinario. Il termometro di una violenza che interessa le periferie romane e rispetto alla quale c’è bisogno necessariamente di un Comune forte. Il sindaco Roberto Gualtieri deve fare la sua parte. Investendo sui sistemi di videosorveglianza, sui progetti di prevenzione. Finora è stato assente e la mancanza di un interlocutore così importante impoverisce ogni azione istituzionale.