Un anno di Meloni, il disastro è tutto a sinistra: Capezzone e Senaldi le suonano ai compagni
A un anno dalle elezioni politiche, che hanno decretato la vittoria della destra e consegnato all’Italia il primo premier donna, sinistra e giornaloni d’area “rosicano ancora”. È Libero di oggi, con articoli in particolare dei direttori Daniele Capezzone e Pietro Senaldi, a fare una sintesi fulminante dello stato dell’arte dell’opposizione politica e mediatica al governo Meloni, mettendo in fila non solo i titoli sparati in prima e in paginate e paginate sul presunto disastro italiano, ma anche i fallimenti dei “compagni che puntano il dito”, come sempre cercando la pagliuzza e dimenticando la trave.
Capezzone rivela “il crollo nervoso dei quotidiani di opposizione”
L’approfondimento del quotidiano si giova, in particolare, di un articolo del direttore editoriale, Daniele Capezzone, sul “crollo nervoso dei quotidiani di opposizione”, che propongono una narrazione a tinte foschissime dell'”anno nero dell’Italia” (Repubblica), mettendo in fila assurde accuse che vanno dal rischio di nuove leggi razziali al rifiuto di una “compiuta normalità repubblicana” (La Stampa, Massimo Giannini), e di uno del condirettore Pietro Senaldi, che invece fa il punto sullo stato di salute di un’opposizione, che dopo la batosta di anno fa ha saputo solo sbraitare, inanellando guai e insuccessi uno dietro l’altro. A partire dall’incapacità di riorganizzarsi, mentalmente e praticamente.
Senaldi fa il “check up” all’opposizione
Intanto c’è il fatto che “da tre sinistre divise che erano, sono diventate cinque, forse sei e prossimamente sette. Marciano insieme per andare a fondo separate. A Pd, M5S e la scoppiata coppia Renzi-Calenda si è aggiunto Landini”, che “più i lavoratori restano poveri, più è convinto che ci sia bisogno di lui”. In questo contesto, quelli che sono “più in forma” sono i grillini, “che valgono meno della metà di cinque anni fa”, ma “sono galvanizzati perché, con ancora un paio di mesi di Schlein al Nazareno, supereranno nuovamente il Pd”. Epperò, nel frattempo, hanno incassato il verdetto senz’appello del tempo su tutti i loro provvedimenti di bandiera: dal reddito di cittadinanza, alla via della Seta, fino al Superbonus.
I “miti crollati” della sinistra e i capponi di Renzo
“Meno male che c’è il Pd, prossimo all’ennesima scissione”, ironizza quindi Senaldi, che ricorda i guai interni del partito a guida Schlein e il fatto che, “finita la narrazione anti-fascista, non trovano il bandolo della matassa”, con “tutti i loro miti economici, dalla terza via alla globalizzazione, dall’Europa unita all’immigrazione come fonte di ricchezza che sono crollati”. “Quanto alla difesa dei diritti civili – prosegue il condirettore di Libero – siamo al punto di saltare su ogni palpata su un fondoschiena femminile per lanciarsi in invettive contro la destra patriarcale. Capitolo fu Terzo Polo, con Calenda e Renzi che sembrano “i capponi di Renzo, che continuarono a beccarsi finché non finirono in padella. Sono dei fenomeni, non si sono mai sposati eppure hanno divorziato venti volte. Ora pare che siamo a quella definitiva”.
Immigrazione, sicurezza, ambiente, temi etici: “C’è da mettersi le mani nei capelli”
Entrando poi nel merito delle questioni “c’è da mettersi le mani nei capelli”. Su temi come immigrazione, lotta alla criminalità, stop all’eugenetica e agli uteri in affitto le contraddizioni sono lampanti. Un “atteggiamento balzano”, come lo definisce Senaldi, su tutta la linea: “Ancora tre quarti di sinistra spaccia gli immigrati come risorse, con Conte bifronte che accusa il suo ex ministro Salvini di aver fatto la guerra ai clandestini ma poi va a Lampedusa per attaccare la Schlein, segretaria del partito dell’accoglienza”; sulla sicurezza l’idea è quella delle “manette a chi fa la manomorta, come in Spagna, e comprensione per chi deruba il prossimo in metropolitana”; sul bullismo ci sono denunce e allarmi, ma “attacchi al governo se ripristina il sette in condotta”. “Tra il demente e il truffaldino la politica ambientalista”, in cui le necessarie dimensioni della sostenibilità economica e sociale delle misure per contrastare l’inquinamento non è pervenuta.
Capaci di stare insieme solo per attaccare il governo
“Non è un caso quindi che l’opposizione sia ormai rappresentata dai “tendini”, dagli eco-terroristi che bloccano le strade e da chi sfila in calzamaglia e paillettes ai Gay Pride”, sottolinea Senaldi, ricordando anche che la sinistra, capace di andare d’accordo solo se si tratta di attaccare il governo, anche sul fronte internazionale “rimprovera al governo di essere isolato in politica estera, ma se fosse a Palazzo Chigi non si saprebbe se l’Italia sta con Zelensky o Putin, con gli Stati Uniti o con la Cina, con i governi africani o con gli scafisti”, e sul fronte europeo “combina il peggio dell’europeismo con l’assenza totale dell’insegnamento dell’europeista Draghi, nel nome del quale l’anno scorso aveva sfidato il centrodestra, intestandosi un uomo non suo. L’ex governatore è contro il ritorno all’austerità e per una disciplina nostrana della spesa pubblica, che però i giallorossi – perché in questo sono ancora uniti – ignorano. Elly, Giuseppi e Landini, tutti appassionatamente insieme nello sfascio dei conti”.