“Un aumento di 100 euro al mese in busta paga”: l’Inps certifica l’efficacia del taglio del cuneo
Ammonta a circa 100 euro al mese l’aumento nella busta paga dei lavoratori italiani determinato dal taglio del cuneo contributivo. Una cifra che sale a 123 euro al mese se si considerano i soli lavoratori full time e full month. A certificarlo è il Rapporto annuale dell’Inps, che spiega che i lavoratori che si attestano oltre i 100 euro sono il 57% del totale. Si tratta di “un’altra ottima notizia per i lavoratori italiani, che potranno contare su un importante aumento in busta paga, di circa 1.200 euro in più all’anno”, ha commentato il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, rivendicando l’efficacia della misura introdotta dal governo, che di fatto porta un mese in più di stipendio nelle case degli italiani.
Col taglio del cuneo il 57% dei lavoratori avrà aumenti superiori ai 100 euro
Più nel dettaglio, il 57% dei lavoratori registra un incremento in busta paga superiore ai 100 euro mensili, con quelle punte fino a 123 euro; i lavoratori con buste paga tra i 25mila e i 35mila euro, che si giovano rispettivamente di un esonero del 6 e del 7%, registrano un aumento quasi pari a 100 euro (98 euro); e solo il restante 2% dei beneficiari resta sotto gli 80 euro.
Foti: “Ancora una volta le polemicucce della sinistra si sgretolano di fronte ai fatti”
Risultati, ha sottolineato Foti, che si devono al “taglio del cuneo voluto dal governo Meloni”. “Una misura concreta – ha aggiunto – per aiutare a contrastare l’aumento dell’inflazione che pesa sulla spesa delle famiglie”. Dunque, ha chiarito il capogruppo di FdI alla Camera, “ancora una volta le polemicucce sterili delle sinistre si sgretolano di fronte alla realtà dei fatti e dai risultati ottenuti dal centrodestra al governo”.
Zullo: “Particolare soddisfazione: l’Italia si fonda sul lavoro, non sull’assistenzialismo”
“L’Italia si fonda sul lavoro e non sull’assistenzialismo gratuito. È dunque con particolare soddisfazione che accogliamo oggi il Rapporto annuale dell’Inps”, ha spiegato il capogruppo di FdI in commissione Lavoro al Senato, Ignazio Zullo, rivendicando a sua volta il “successo” conseguito dal governo Meloni e lasciando “chiacchiere e slogan all’opposizione”. “Noi – ha concluso Zullo – andiamo avanti per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori”.
Il commissario Inps Gelera: “Una misura efficace: sostiene il potere d’acquisto delle famiglie”
Una fotografia confermata anche dal commissario straordinario dell’Inps, Micaela Gelera, che nel corso della sua relazione alla presentazione del rapporto, avvenuta alla Camera dei Deputati, ha sottolineato l’importanza delle misure di decontribuzione volute dal governo. “A sostenere il potere d’acquisto delle retribuzioni, soprattutto di quelle medio-basse – ha spiegato – hanno contribuito i provvedimenti di decontribuzione a favore dei lavoratori che, a parità di retribuzione lorda, ne hanno incrementato l’imponibile fiscale e la retribuzione netta: una misura efficace, introdotta dalla legge di bilancio 2022, confermata per l’anno 2023 e potenziata nel secondo semestre dell’anno”. “Lo sgravio – ha aggiunto Gelera – ha infatti prodotto, nella seconda parte dell’anno 2022, un sensibile aumento delle retribuzioni mensili, se rapportato al limite di reddito previsto per l’applicazione dell’agevolazione. Si stima che per il secondo semestre del 2023 l’aumento della retribuzione lorda mensile sia nell’ordine dei 100 euro”.