Ustica, la Procura valuta di sentire Amato dopo la richiesta presentata dai parenti delle vittime (video)
Potrebbe essere ascoltato dalla Procura di Roma l’ex-presidente del Consiglio, Giuliano Amato che in un’intervista a Repubblica, titolata in maniera un po’ enfatica, ha ipotizzato un missile francese come causa della strage di Ustica del 27 giugno 1980, contrariamente alle conclusioni a cui è giunta l’inchiesta penale.
La richiesta alla Procura di Roma di ascoltare l’ex-presidente del Consiglio è stata avanzata formalmente da Giuliana Cavazza, presidente onoraria dell’Associazione per la verità sul disastro aereo che quel 27 giugno perse la madre nella strage di Ustica.
“Io come presidente onoraria e la presidente della nostra associazione Bartolucci abbiamo ieri, martedì, depositato proprio la richiesta una memoria alla magistratura chiedendo che il dottor Amato venga ascoltato”, ha detto la Cavazza a margine di una conferenza stampa indetta nella Sala Nassirya del Senato a cui hanno partecipato, fra l’altro, i parlamentari Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi e lo storico e giornalista Gregory Alegi.
Le recenti rivelazioni di Giuliano Amato “non sono rivelazioni, sono la riproposizione di tesi di 27 anni fa, prima delle tre sentenze di giudizio dell’unico processo penale che c’è stato, che smentiscono completamente quello che ha detto il dottor Amato”, precisa la presidente onoraria dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, nel corso della conferenza stampa al Senato per rispondere alle recenti parole di Giuliano Amato.
L’ex-presidente del Consiglio ha riproposto la tesi del missile che avrebbe abbattuto l’aereo Itavia con a bordo 81 persone il 27 giugno 1980, ipotizzando responsabilità francesi.
“Da parte nostra c’è un po’ di amarezza, ogni tanto, nel vedere che non si riesca ad andare avanti – ha detto la Cavazza. – C’è come un blocco: un blocco psicologico forse, per il quale non si possa andare a cercare davvero la verità stessa”.
“Torna di nuovo questa storia del missile, raccontata in questo modo, confondendo Craxi tra ’80 e ’86, sono tesi fantasiose. Quella sera nel Mediterraneo c’erano centinaia di persone, aerei, navi, radar, nessuno ha però tracciato il missile, un complotto planetario…- ha detto Maurizio Gasparri intervenendo in conferenza stampa. – Il governo deve dire la verità? Ma la verità non è politica, qualcuno c’ha fatto una fortuna sui muri di gomma…”.
A Ustica “è stata una bomba, non ci sono dubbi, i generali poi sono stati assolti. Gli Usa e i francesi ci hanno già risposto, quindi Amato ha detto menzogne e se ci sono estremi per parlare di diffamazione, allora è nostro dovere tutelarli anche attraverso strumenti giudiziari”, ha aggiunto l’ex-senatore Carlo Giovanardia.
La prossima settimana è previsto un vertice in Procura a Roma con l’obiettivo di fare il punto sulla nuova inchiesta sulla strage di Ustica: il procuratore capo, Francesco Lo Voi, assieme all’aggiunto Michele Prestipino e al pm Erminio Amelio, si cercherà di valutare, lasciano filtrare fonti della Procura, eventuali spazi di manovra nell’indagine bis aperta a piazzale Clodio e anche l’opportunità se risentire l’ex-premier Giuliano Amato alla luce delle sue ultime dichiarazioni. Dichiarazioni che, poi, in una conferenza stampa presso la Sala stampa estera, ieri si è rimangiato facendo dietrofront e accampando la scusa dell’età dietro all’esternazione.
Amato, fra l’altro, ha anche confuso le date – il 1980 con il 1986 – quando ha sostenuto che Craxi avrebbe avvertito Gheddafi del piano con cui lo volevano eliminare.
Un errore di scarto di 6 anni che, poi, hanno evidenziato i figli di Craxi ricordando che il leader del Psi all’epoca non era neanche presidente del Consiglio e che la vicenda di cui parla Amato si riferisce appunto al 1986 quando effettivamente Gheddafi fu avvisato che gli Usa stavano per bombardare la Libia. Nulla, comunque, a che fare con la strage di Ustica.