Venezia, dal 9 settembre grande mostra su Tiziano: focus sull’anno di svolta della sua carriera
Oggi Tiziano è riconosciuto come genio indiscusso dell’arte, ma la sua ascesa avvenne in un contesto dominato da pittori già celebri che il maestro cadorino riuscì a superare grazie al suo talento. La mostra “Tiziano 1508. Agli esordi di una luminosa carriera”, a cura di Roberta Battaglia, Sarah Ferrari e Antonio Mazzotta, racconta – alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal 9 settembre al 3 dicembre 2023 – la nascita del grande artista attraverso 17 opere autografe di Tiziano e una decina di confronti con dipinti, incisioni e disegni di autori a lui contemporanei come Giorgione, Sebastiano del Piombo, Albrecht Dürer e Francesco Vecellio.
Grande mostra su Tiziano a Venezia
Nel 1508, in una Venezia dominata dai celebri Bellini e Giorgione, inizia a emergere la figura di Tiziano che presto oscurerà la fama di entrambi. È quello, infatti, un anno di svolta, non solo per la carriera di Tiziano, ma per l’intera arte veneziana e, in qualche modo, europea. Nel 1508 il giovane, quasi ventenne, attira l’interesse collettivo grazie a imprese pubbliche importanti come la Giuditta con la testa di Oloferne, affresco realizzato sulla facciata laterale del Fondaco dei Tedeschi. I tratti distintivi che caratterizzeranno la luminosa carriera dell’artista emergono già in quest’opera che, per cromia, monumentalità ed energica impostazione del soggetto, attira subito l’attenzione dei contemporanei dell’epoca e di quelli attuali.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo – racconta l’Adnkronos- racconta la capacità straordinaria dell’artista di assimilare velocemente componenti culturali diverse – in particolare giorgionesche, düreriane e michelangiolesche – e di indirizzare il linguaggio pittorico veneziano verso una commistione di naturalismo e classicismo. Tra i lavori esposti ci sono importanti prestiti, per esempio la grande stampa del Trionfo di Cristo della Bibliothèque nationale de France, il Cristo risorto degli Uffizi, la Madonna con il Bambino tra sant’Antonio da Padova e san Rocco del Museo del Prado e il Battesimo di Cristo dei Musei Capitolini. Molte opere sono riscoperte grazie a nuove ricerche, indagini scientifiche e restauri. L’insieme di questi tasselli spesso ha portato a interessanti rivelazioni, come nel caso della tavola l’Angelo con tamburello, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma ed esposta per la prima volta in una mostra. Questo dipinto è un frammento di una pala che in origine era collocata nella Chiesa dei Servi a Ferrara, ma che poi è stata smembrata: le ricerche per la mostra hanno individuato gli altri possibili frammenti in una Madonna con Bambino in trono, conservata in Russia, e in un San Francesco, collocato in un museo francese.
Una mostra di ricerca che si pone l’importante obiettivo di portare nuova luce e nuovi argomenti al dibattito critico sull’attività aurorale del Vecellio» commenta il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia «Un’esposizione che possiamo definire dossier dedicata a una fase, forse meno nota, della sua produzione, ma che è già ricca di premesse, raggiungimenti e capolavori, propri di una personalità artistica senza pari». Come archeologi, i curatori scavano nelle testimonianze del passato per difendere e provare le loro tesi, come avviene per l’Arcangelo Raffaele e Tobia delle Gallerie dell’Accademia. Il dipinto, stando a Giorgio Vasari che nella seconda edizione delle Vite riporta a suo dire un’informazione ricevuta dallo stesso Tiziano, sarebbe stato eseguito proprio nel 1508. Questa grandiosa immagine, scelta per la copertina del catalogo edito da La Mandragora, esprime tutta la forza del cadorino nella sua prima gioventù. Al suo fianco verrà esposta l’altra versione dell’Arcangelo Raffaele e Tobia, dipinta più tardi da Tiziano per la chiesa di San Marziale e cortesemente concessa in prestito dal Patriarcato e dalla Curia di Venezia.