Arrestate la moglie e la suocera di Soumahoro. “Fondi all’estero e migranti in condizioni disumane”

30 Ott 2023 10:50 - di Luca Maurelli

L’inchiesta va avanti e le novità non sono buone per la famiglia Soumahoro, quella del parlamentare “con gli stivaloni di fango” eletto con la sinistra italiana poi “liquidato” dalla stessa non appena era arrivata voce dell’inchiesta sulle coop nate per assistere i migranti gestite dalla moglie e dalla suocera. Oggi sono scattati gli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane, suocera e moglie del deputato  e membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata “Karibu”. La guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip nell’ambito dell’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. La Finanza ha appurato che diverse somme incassate dalle coop sarebbero state trasferite all’estero, sia in Ruanda, il Paese d’origine dei famigliari dell’onorevole, dove le due donne hanno aperto anche un resort, che in Belgio e Portogallo.

Arrestate e messe ai domiciliari moglie e suocera di Soumahoro

Insieme agli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, è stato disposto l’obbligo di dimora per un altro figlio della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti dei membri del Cda della cooperativa ‘Karibu’ e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero. Le cooperative dei familiari di Soumahoro, stando alle indagini svolte, avrebbero lasciato chi fuggiva dall’Africa senza cibo, con pochi vestiti e al gelo. Situazioni terribili sono state riscontrate dalle Fiamme gialle in particolare nei CAS di via Lipari, ad Aprilia, dell’hotel de la Ville Central, a Latina, di Casal dei Lupi, a Maenza, gestiti da Karibu, e di via Romagnoli e via del Pioppeto, sempre a Latina, gestiti da Aid. Le “gravissime criticità”, evidenzia la Procura di Latina, sono state inoltre riscontrate dagli ispettori della Prefettura, dall’Asl di Latina e dai vigili del fuoco. Situazioni, secondo gli inquirenti, tali da costringere i migranti “in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale”.

Le accuse della Procura di Latina sui fondi delle coop per i migranti

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

Nel marzo scorso il sostituto Procuratore della repubblica di Latina Andrea d’Angeli aveva notificato l’avvio della chiusura delle indagini su Karibu e Consorzio Aid, le due cooperative che si occupavano di migranti gestite dai familiari del deputato Aboubakar Soumahoro e finite sotto inchiesta nell’autunno scorso, per un presunto meccanismo di illeciti.

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