Asta record per la “Lettera” di Colombo ai sovrani di Spagna: sfiorati i 4 milioni di dollari
Prezzo record per la rara prima edizione a stampa dell'”Epistola de insulis nuper inventis“: è la lettera con la quale il navigatore ed esploratore genovese Cristoforo Colombo (1451-1506) annunciava al re Ferdinando II di Spagna e alla regina Isabella la sua “scoperta” del continente americano. Il documento in latino è stato venduto all’asta da Christie’s a New York per 3.922.000 dollari, il 392% della sua stima di partenza (un milione di dollari). La casa d’aste ha dichiarato di essersi assicurata che questa edizione non fosse stata falsificata o rubata ed ha precisato che proviene da una collezione privata svizzera.
La Lettara di Colombo ambita da ladri e falsari
Stampati in gran quantità per diffondere in Europa la notizia del viaggio di Colombo, gli esemplari dell’“Epistola de insulis nuper inventis” sopravvissuti sono stati studiati attentamente dagli storici, ambiti dai collezionisti di libri rari e, a volte, venduti dalle case d’asta. Non c’è da stupirsi che nel corso dei decenni abbiano fatto gola a falsari e ladri (Le loro dimensioni ridotte – facilmente infilabili in un cappotto o in una borsa – hanno senza dubbio giocato un ruolo importante). Christie’s ha dichiarato di aver trascorso mesi a svolgere la due diligence su questo volume, che contiene otto pagine di angusti caratteri latini con alcune macchie di cera sparse. “C’è stata un’intera panoplia di indizi e linee di indagine che abbiamo seguito, e nessuna di queste ha portato alla luce qualcosa di sospetto”, ha detto Margaret Ford, responsabile internazionale di libri e manoscritti presso Christie’s al “New York Times”.
Record d’asta da Christie’s
Christie’s ha reso noto che il prezzo di vendita stabilisce un record d’asta per qualsiasi edizione di quella che viene generalmente chiamata “Lettera di Colombo” tra gli studiosi e gli antiquari di libri. Perché riporta una lettera che l’autore avrebbe scritto nel 1493 alla corte spagnola in merito al viaggio che aveva finanziato. In essa – riporta il servizio dell’Adnkronos- descriveva la topografia e gli indigeni di quelle che all’epoca riteneva essere le “isole dell’India”; e proclamava di averne preso “possesso” per il re e la regina di Spagna. Stampata a Roma circa 40 anni dopo la commercializzazione della stampa, sicuramente dopo il 29 aprile 1493, la traduzione latina del documento – che include un paragrafo introduttivo che esalta Colombo come un uomo “a cui la nostra epoca deve un grande debito” – contribuì a diffondere la notizia del viaggio in tutta Europa.
Diffondendo il documento, che era una sorta di comunicato stampa del XV secolo, la Spagna cercava di far conoscere – ai concorrenti coloniali, tra cui il Portogallo – la sua rivendicazione delle isole su cui era sbarcato Colombo, che comprendevano l’odierna Cuba, Haiti e la Repubblica Dominicana. Il documento fu inizialmente stampato in spagnolo e la copia spagnola che si sa essere sopravvissuta è considerata uno dei tesori della New York Public Library. Dell’edizione venduta da Christie’s, circa 30 esemplari sono conservati in istituzioni e solo uno o due altri sono in mani private, ha detto Ford, rendendolo un “oggetto di grande rarità”. Alcuni studiosi, tra cui il biografo di Colombo Felipe Fernández-Armesto, dubitano che Colombo abbia effettivamente scritto il testo preciso della lettera che l’opuscolo riporta. “Penso che porti segni molto chiari di essere stato messo insieme da un gruppo di redattori alla corte reale”, ha detto Fernández-Armesto al “New York Times”. “Ma non ho alcun dubbio che il materiale che hanno usato per confezionarlo includesse un qualche tipo di rapporto di Colombo, e suppongo che questo lo renda una curiosità storica molto significativa”.