Bus di Mestre, il procuratore: ancora vittime da identificare. Difficile dargli un nome: useremo il Dna
Nella tragedia di Mestre, come annunciato dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, è stato aperto «un fascicolo contro ignoti per omicidio plurimo stradale», al momento senza indagati. E nella ricostruzione di quanto accaduto, almeno due punti sembrano accertati: il bus che ieri è precipitato da un cavalcavia a Mestre non ha urtato altri veicoli prima dell’incidente. E non ha lasciato segni di frenata sull’asfalto.
Incidente bus di Mestre, aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio plurimo stradale
Gli inquirenti al lavoro sulla tragedia di Mestre non tralasciano nessuna traccia, ogni minimo rilievo utile a un riscontro possibile per l’accertamento della verità. La luce del giorno aiuta a fare chiarezza sul disastro di una scena apocalittica e su uno spazio, quello del drammatico incidente, che dopo la rimozione della carcassa del bus elettrico – che cadendo ha preso fuoco – ora lascia tempo e modo di iniziare a cercare di capire come si sia potuto sviluppare un simile dramma.
Il bilancio di una tragedia che ha coinvolto adulti e minori
Tutto può tornare utile, comprese le testimonianze dei sopravvissuti: 15 feriti dei quali, fa sapere il presidente del Veneto Luca Zaia in visita all’ospedale di Mestre, alcuni ricoverati in quel nosocomio. E tra loro, ci sarebbero «almeno 4 pazienti che possono parlare. Compreso un paziente ricoverato in rianimazione». E allora: «Stiamo lavorando alla ricostruzione delle modalità, serve ancora tempo» spiega il procuratore Cerchi, cercando di spegnere eventuali ricostruzioni che non si fondano su elementi certi.
Bus di Mestre, il procuratore: «I testimoni sentiti non si sono accorti di nulla»
«Chi è stato sentito non si è accorto di nulla», precisa poi. Prima di aggiungere che I feriti meno gravi – otto dei 15 sono in terapia intensiva – ricoverati negli ospedali fuori Venezia vengono sentiti dai carabinieri, per quelli a Venezia è stata invece delegata la polizia locale. Mentre anche la polizia e la Scientifica sono impegnate a restituire un nome alle vittime e ai feriti, in gran parte stranieri, e senza documenti al momento dell’incidente.
Ancora in corso l’identificazione delle vittime
Dunque, l’identificazione dei feriti e delle vittime, in gran parte straniere, dell’incidente che ha coinvolto un bus elettrico a Mestre è ancora in corso. «Stiamo operando per il riconoscimento delle salme – spiega sempre il procuratore capo di Venezia Cherchi aggiornando sulla tragica vicenda –. Molti non avevano i documenti con sé e Polizia scientifica e Medicina legale stanno facendo accertamenti per individuare tutti gli elementi possibili». Elementi indispensabili a dare un nome a chi è rimasto coinvolto nello schianto.
Domani l’autopsia sull’autista
«Non ultimo l’acquisizione del Dna per possibili confronti qualora non si abbia la certezza dell’identificazione», aggiunge poi. E ancora: domani sarà disposta l’autopsia sull’autista, fa sapere Cherchi, concludendo: «Speriamo che nella giornata di oggi, al massimo domani mattina, si possano liberare le salme».
Intanto in ospedale, 4 dei feriti in rianimazione versano in gravi condizioni
Intanto, «all’ospedale dell’Angelo di Mestre la situazione da ieri sera è invariata. Sei i feriti trasferiti dal luogo dell’incidente, quattro in condizioni gravi ricoverati in rianimazione. Si tratta di tre uomini e una donna. Tutti stranieri, per la maggior parte di nazionalità ucraina, uno solo è tedesco. Dall’ora dell’apocalisse non ci siamo mai fermati», dice all’Adnkronos Giulio Giuliani, responsabile comunicazione dell’Ulss Serenissima di Venezia. Un’apocalisse che continua a far deflagrare echi di dolore e morte a ogni nuovo, straziante aggiornamento.