Catania, l’Anm insorge contro la Meloni e difende la giudice pro-migranti: “Lei aggredita”

2 Ott 2023 19:22 - di Alberto Consoli
Anm Catania Meloni Apostolico

Mancava solo lei all’appello: la giudice Iolanda Apostolico esce dal riserbo circa lo scontro da lei aperto con la sentenza del Tribunale di Catania che ha liberato quattro migranti irregolari; svuotando di fatto il centro di Pozzallo appena aperto secondo le direttive del governo. “Non voglio entrare nella polemica – ha dichiarato all’Ansa – né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”. La premier Meloni non aveva nascosto il suo sconcerto sulla sentenza emessa che di fatto sconfessa l’operato del governo. Che sta pazientemente mettendo insieme i tasselli per risolvere in maniera strutturale l’emergenza.

Sentenza di Catania, Kelany: “Mattarella ha controfirmato il decreto immigrazione”

Il ministero dell’Interno impugnerà il provvedimento e lei, la giudice, ha tentato  di smorzare i toni. E’ una “questione giuridica” – afferma – che non si deve trasformare in in una questione personale”.  La vicenda è, invece, prettamente politica. Da Fratelli d’Italia protesta  Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione. “A Catania – ha sottolineato – è evidente che si sia consumato un ulteriore caso di decisione politica e ideologizzata. È gravissimo il fatto che chi abbia giudicato il caso sia persona che abbia manifestato sui social, poi chiusi ad orologeria, convinzioni politiche contro Salvini e a favore delle politiche immigrazioniste delle ong. Lo stesso giudice che afferma che il decreto immigrazione violerebbe la Costituzione;  sconfessando così lo stesso Presidente della Repubblica che lo ha controfirmato, giudica in evidente violazione dell’art. 111 Cost.: che impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale. Chiederemo lumi – ha detto Kelany – per comprendere se si siano travalicati i limiti fissati dalla Carta Costituzionale”.

Santalucia (Anm) sulle parole del premier: Pericolosa rappresentazione dei magistrati

Se la giudice smorza i toni, non lo fa l’ Anm, che anzi, li alza contro il premier. All’Adnkronos il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia spara a zero contro le parole di Giorgia Meloni che ha parlato di “attacco al governo” . “Esprimersi in questi termini crea confusione nella pubblica opinione, una confusione pericolosa: si rappresenta la giurisdizione come se non facesse il bene del Paese; e remasse contro gli sforzi che il governo sta facendo per contrastare l’immigrazione illegale. E’ una rappresentazione fuorviante- dice- , falsa che fa male alle istituzioni prima ancora che ai magistrati”. Fa l’offeso: “Non entro nel merito, ma di là del merito, che non discuto, perché è possibile che il provvedimento veda una revisione nei successivi gradi di giudizio. Ne faccio una questione di metodo: bisogna muoversi all’interno di un reciproco rispetto”.

L’Anm fa quadrato con la giudice di Catania Apostolico

“La giurisdizione non è un pezzo del governo, per fortuna, siamo un organo di garanzia autonomo e indipendente. Facciamo un altro mestiere, tuteliamo i diritti fondamentali delle persone, che in materia di immigrazione sono il nucleo centrale. E lo facciamo inserendo le normative nazionali in un quadro più complesso, della normativa sovranazionale ed europea, e guardando i principi e i valori costituzionali. E’ un lavoro complicato, dove si può anche sbagliare; ma che va guardato con rispetto. on si può pensare che venga fatto guardando gli interessi del programma di azione del governo; che non deve essere ostacolato ma che non deve fare velo se un magistrato, nell’interpretazione libera delle norme, individua un problema e la necessità di dare la priorità alle fonti sovranazionali”.

Migranti, Pd “indemoniato”: “Parole di Meloni anticamera eversione”

“Bisogna rispettarsi reciprocamente. La collega sui giornali di oggi- si lamenta-  è stata fortemente aggredita, attraverso la ricerca di un pregiudizio in materia. Un magistrato può avere le sue idee ma quando esercita la giurisdizione lo fa nel rispetto delle norme; se viene meno questa convinzione viene meno la tenuta del sistema, dobbiamo intenderci se abbiamo a cuore il bene delle istituzioni oppure no, io credo che si debba tornar a un maggiore equilibrio”. Peccato che questa “filippica” ometta un particolare non proprio secondario: l’equilibrio di cui parla è stato incrinato proprio da una parte della magistratura politicizzata, entrata a gamba tesa contro i governi. E lo squilibrio si crea quando certe sentenze offrono inevitabilmente il fianco allo scontro politico di un’opposizione “indemoniata”. La liberazione dei quattro migranti dal centro di Pozzallo sta offrendo lo spunto per dichiarazioni sconcertanti: Boccia, capogruppo del Pd al Senato, parla di “parole anticamera dell’ eversione” da parte del premier. Siamo allo scontro totale, altro che equilibrio…

 

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