Cinema, governo al lavoro per la modifica del tax credit. “Basta rendite di posizione”
La destra contrattacca dopo che la sinistra si è stracciata le vesti per i tagli al fondo del cinema. Una sforbiciata modesta che certo non affosserà un settore minacciato dalle piattaforme di streaming e non certo dalla destra. Il punto, ha chiarito il ministro Sangiuliano, è che cosa si finanzia. E’ giusto dare soldi pubblici a film che portano in sala solo 29 spettatori? E non saranno questi fondi a pioggia un modo per sostenere gli amichetti della cinepresa dei salotti radical chic?
Il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone chiosa: “Smentita la fake news del mega-taglio al cinema. Consideriamo il tax credit strategico, ma la verità è che la sinistra è stata scoperta per gli ingaggi e le retribuzioni, non da ‘salario minimo’ di molti registi, e ha giocato d’anticipo. In realtà, il taglio sarà quello fisiologico del 5% per tutti i ministeri e di 14 milioni che nulla andranno ad alterare fino al 2025 mentre, nel frattempo, si introducono modifiche profonde ai criteri d’accesso al tax credit produzione. Col ministro Sangiuliano e il sottosegretario Borgonzoni continueremo a sostenere il settore”.
Secondo Mollicone “è necessario, quindi, introdurre contromisure per evitare la ‘polverizzazione’ produttiva che ha portato alla richiesta di beneficio da parte di centinaia di titoli. A breve verranno presentate una serie di misure molto serie, da questo punto di vista, che impattano e rivedono anche i contributi selettivi e gli automatici ora al vaglio degli organi di controllo. Bisogna mettere dei limiti massimi a taluni costi eleggibili come quello dei registi nel senso che il produttore è ovviamente libero di riconoscere il compenso che ritiene, ma solo una parte predeterminata è riconosciuta utile ai fini del beneficio”.
“Inoltre – conclude Mollicone – è necessario graduare un sistema di aliquote diverso, abbassando progressivamente l’aliquota al crescere degli scaglioni di costo eleggibile. Stupiscono i megaingaggi dei registi che si stracciavano le vesti sull’indennità di discontinuità degli operatori dello spettacolo e poi si scopre che sono milionari grazie a film dall’esito al botteghino modesto”.
“Il settore del cinema va interamente trasformato. Basta ad ignobili mangiatoie – dichiara Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia – che hanno sempre favorito gli amici della sinistra e chi si conformava al potere dominante. Grazie al ministro Sangiuliano, il mondo del cinema cambierà pelle, prediligendo la qualità e l’indipendenza”.
“La sinistra non conosce davvero pudore – aggiunge – Si sta infatti scagliando contro il governo per difendere un mondo incrostato da rendite di posizione che fanno capo proprio allo stesso Pd. La musica, con l’esecutivo Meloni, è ora cambiata. Non ci saranno più sprechi, i finanziamenti saranno mirati e guarderanno al livello del prodotto, non più alle amicizie del produttore”.