Clandestini “liberati” dal giudice di Catania. Meloni: “Sono basita, è un attacco al governo”
2 Ott 2023 9:09 - di Leo Malaspina
Sbalordimento, sospetti, rabbia contro quella parte della magistratura che vanifica l’azione del governo. Ma anche l’assoluta volontà di andare avanti, sul fronte immigrazione, senza paura. Il ministero dell’Interno impugnerà il provvedimento del Tribunale di Catania che ha negato la convalida del trattenimento di quattro migranti irregolari, propedeutica all’espulsione: la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento sarà quindi sottoposta al vaglio di altro giudice. Una vera e propria sconfessione delle norme varate dal governo, quella realizzata dal giudice di Catania, nel nome della “insicurezza” dei Paesi dai quali i clandestini partono. Una interpretazione che al Viminale, ma anche alla stessa premier Giorgia Meloni, sa di matrice politica, visto che la legge, su quel punto, parla chiaro: chi non è in regola e non ottiene permessi umanitari va espulso.
Le critiche della Meloni alla sentenza del giudice di Catania
“Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa”, è la premessa contenuta in un post del presidente del Consiglio pubblicato di prima mattina. “Lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto. Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”, fa notare la Meloni.
Il governo eletto democraticamente e il ruolo della magistratura
Giorgia Meloni va al punto: “Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura”.
Il ricorso del Viminale
“La procedura accelerata di frontiera, si osserva dal Viminale, rispetto alla sentenza di Catania, è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013/33/Ue, trova oggi l’unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo e che il Governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro. Peraltro relativamente a due dei provvedimenti di non convalida del trattenimento, si tratta di due cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti (ciò nonostante rientrati nel territorio italiano) che nel corso dell’udienza per la convalida hanno invocato in un caso la protezione per la necessità di “fuggire perché perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli delle loro attività (particolari linee della mano)”, nell’altro “per dissidi con i familiari della sua ragazza i quali volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest’ultima”.
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