Confusi e fermi a 30 anni fa: i cortei pro Palestina sfilano tra “Bella Ciao” e “Israele criminale”
Manifestazioni a sostegno di quella che viene definita la “resistenza palestinese” si sono svolte in alcune città italiane, su iniziativa delle associazioni di palestinesi in Italia e dei centri sociali. La più partecipata è stata quella di Milano, dove secondo la questura sono scese in piazza circa 4mila persone. Di circa un migliaio si parla per Torino, mentre in poche centinaia hanno preso parte ai cortei pro Palestina di Bari e Firenze. Complessivamente si conferma il quadro di proteste nelle quali il tema umanitario della Striscia di Gaza appare come un blando paravento per slogan come “Israele criminale” e “Intifada fino alla vittoria”, che per altro rimandano a un immaginario vecchio di trent’anni, che non sembra aver registrato la drammatica, inedita svolta impressa da Hamas.
De Corato: “Un brutto sabato per Milano e l’Italia”
“Quello odierno è stato davvero un brutto sabato, non solo per la città di Milano ma per tutta l’Italia. Dalla Stazione Centrale fino a via Padova, infatti, centri sociali e arabi hanno sfilato e manifestato a favore di Hamas e della Palestina, mostrando striscioni e invocando cori davvero disgustosi e raccapriccianti, visti gli enormi atti di terrorismo che hanno causato migliaia di morti nei confronti di Israele. Addirittura, tra le varie canzoni, è stata cantata Bella ciao”, ha commentato il deputato di FdI, Riccardo De Corato. “Siamo ritornati -lamenta- al sabato del ‘selvaggio’, dove gli antagonisti manifestano a favore e in solidarietà degli assassini. Il corteo, partito dalla Stazione, non poteva che concludersi in via Padova, in zona Parco Trotter, dove nascerà una nuova moschea fortemente voluta dal centrosinistra e nella zona in cui, grazie a Sala, ce ne sono altre due abusive”.
Da “Israele criminale” a “Intifada”: gli slogan urlati in piazza a Milano
“Palestina terra mia, Palestina libera”, “Free Palestine”, “Israele criminale”, “Intifada” sono alcuni degli slogan risuonati al corteo “Milano per la Palestina”, organizzata dalle associazioni Giovani Palestinesi, Unione democratica arabo-palestinese e associazione dei palestinesi in Italia e alla quale hanno preso parte anche i centri sociali. “Il governo italiano sta praticando una politica di intimidazione nei nostri confronti, ma noi andiamo avanti con la solidarietà”, hanno sostenuto tra l’altro gli organizzatori dal palco, caricando ancora di più la manifestazione di connotazioni politiche altre.
“Bella Ciao” a piazzale Loreto e i fischi per Giuseppe Sala
Quando il corteo è passato per piazzale Loreto è stata intonata in coro “Bella Ciao” e una ragazza avvolta in una kefiah, dal camion degli organizzatori, ha preso il microfono per dire che “gli ebrei li abbiamo accolti noi quando soffrivano; ora ci dicono che siamo terroristi, ma sono loro che hanno massacrato l’Iraq, l’Afghanistan e la Palestina”. Poi, prima di invitare la piazza ad un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’attacco israeliano a Gaza, ha gridato: “Free Palestine. Israele fascista, Stato terrorista. Noi non ci arrenderemo mai”. Gli organizzatori, comunque, ne hanno avute anche per il sindaco Giuseppe Sala, fischiandone la decisione di esporre sulla sede del Comune la bandiera di Israele insieme a quella della pace. Scelta che, tra l’altro, aveva suscitato critiche anche all’interno della comunità ebraica.
L’impropria sovrapposizione tra Hamas e popolo palestinese, al grido di “Resistenza!”
Simile a quella di Milano anche la manifestazione di Torino. Al di là dei numeri più contenuti, anche qui il refrain è stato il sostegno alla “resistenza palestinese”. “La Palestina vive, la resistenza vive”, scritto in italiano e arabo era lo striscione di testa del corteo promosso dall’Associazione palestinesi in Italia, dal collettivo Progetto Palestina e Bds Torino. Tra i cartelli anche “I popoli in rivolta scrivono la storia. Intifada fino alla vittoria”, “Libertà per Gaza”, “Palestina rossa, Palestina libera” e slogan contro Israele al grido di “assassini, assassini”. “Abbiamo organizzato questa piazza in solidarietà alla Palestina dove quello che sta succedendo è di portata storica, perché da 20 anni non si vedevano fatti di questo genere da parte della resistenza palestinese”, hanno affermato alcuni dei promotori dell’iniziativa, con buona pace di quel giovane italo-palestinese intervistato dall’Adnkronos che ha sostenuto che “questa non è ovviamente una manifestazione in solidarietà ad Hamas, ma al popolo palestinese che è massacrato da oltre 70 anni”.
Il flop senz’appello dei cortei “pro Palestina” di Bari e Firenze
Numeri decisamente esigui hanno caratterizzato, infine, i cortei “pro Palestina” di Bari e Firenze. Nel capoluogo toscano sono scese in piazza circa 500 persone, fra le quali anche l’imam cittadino, Izzedin Elzir. In testa al corteo, vai a capire perché, c’era uno striscione che chiedeva maggiori fondi per il diritto allo studio. Ancora meno i partecipanti a Bari, che sono stati circa 200. Il presidio era stato promosso dagli antagonisti di Cambiare rotta e Osa, che subito dopo l’attacco di Hamas a Israele sui propri social hanno postato commenti entusiasti sul fatto che “la resistenza palestinese da Gaza ha sferrato un contrattacco contro l’occupazione israeliana che è stata presa alla sprovvista”, chiarendo così da subito cosa debba intendersi quando parlano, appunto, di “resistenza palestinese”. “Non ci vergogniamo di esprimere la nostra solidarietà con la resistenza del popolo di Gaza”, ha detto Edoardo di Cambiare Rotta parlando al microfono. Alla manifestazione di Bari hanno aderito anche Potere al Popolo, Cobas e Usb. Anche qui non è mancata “Bella Ciao”.