Contro Pino Insegno una violenza mediatica inaccettabile. L’ad Rai, Sergio: «Indignato»
Un vero e proprio tiro al bersaglio, da quando si è esposto schierandosi con Giorgia Meloni. Contro Pino Insegno una valanga di insulti di tutti i tipi sul web. Articoli killer su giornali che strizzano l’occhio alla sinistra. La macchina del fango colpisce ancora, basta non essere “uno di loro” per essere trasformato in un mostro.
«Contro Pino Insegno una violenza quotidiana»
«Sono indignato per la violenza mediatica, quotidiana e preventiva, nei confronti di Pino Insegno e del suo programma». A protestare è l’ad Rai, Roberto Sergio, nel corso dell’evento “Ceo for Life”, a proposito di “Mercante in Fiera” su Rai2. «Il programma non viene chiuso», assicura. E così smentisce quelle che definisce «notizie false o indirizzate magari in qualche modo dall’interno dell’azienda, amplificate ogni due minuti da vari blog. Questo è un gioco inaccettabile».
«È un professionista serio»
«Conosco Pino Insegno da quarant’anni. L’ho avuto come testimonial di Lottomatica in esperienze pregresse trent’anni fa. In entrambi i casi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva 6 anni e 16 anni. Questo significa che Pino Insegno ha una storia professionale lunga quarant’anni e io lo conosco da quarant’anni. È un professionista serio, è stato messo in una programmazione molto complessa e lui ha voluto accettare la sfida. In termini di audience, oggi non siamo molto distanti dalle precedenti esperienze in quella fascia e in quella rete. Non siamo TeleMeloni», tiene a ribadire Roberto Sergio.
«Abbiamo trovato una Rai stanca e demotivata»
«Abbiamo trovato un’azienda che era stanca, demotivata, in grande difficoltà, perché per troppi anni è rimasta ingessata e non ha avuto un piano industriale, dibattendosi più in polemiche esterne e interne che non in attività concrete quotidiane», aggiunge. «In questi nostri primi cento giorni, da quando siamo arrivati, io e il direttore generale Giampaolo Rossi stiamo lavorando e stiamo portando, auspicabilmente entro la fine di novembre, tutto quello che non accadeva: piano industriale, contratto di servizio, accordo definitivo sul canone in bolletta, l’extragettito per garantire la sostenibilità dell’azienda e gli investimenti sulle due filiere dell’audiovisivo e della digitalizzazione».
Il caso Fedez: «Non è un epurato»
Fedez? «Non è un epurato. È una persona che avrà spazio in Rai anche in futuro. Il suo è un caso particolare, nel senso che la notizia di Fedez che non partecipa a “Belve” viene ufficializzata non quando la cosa accade – ovvero dieci giorni prima del suo ricovero – ma casualmente durante il suo ricovero. Purtroppo, quando si tratta di Rai, c’è sempre la volontà o la tendenza a voler strumentalizzare con artifizi particolari le scelte che vengono fatte».
«Proviene da un Primo Maggio di querele e al Festival…»
Roberto Sergio aggiunge: «Nel momento in cui non sono stati definiti alcuni rapporti e Fedez proviene da un Primo Maggio in cui ci sono state contestazioni e querele tuttora in itinere e dalle vicende del Festival di Sanremo dove sinceramente, almeno per alcuni aspetti, la sua presenza non ha brillato, il caso deve essere prima risolto. Poi, quando lo sarà, tornerà a essere uno dei tanti che parteciperà ai programmi della Rai. Non c’è una volontà di chiudere con lui e mi dispiace che la cosa sia stata collegata ai suoi problemi di salute e mi auguro di poterlo ascoltare e incontrare».