Crosetto visita i militari italiani in Libano: “Tutti lavoriamo per evitare l’escalation”

23 Ott 2023 12:58 - di Gigliola Bardi
crosetto libano

Visita a sorpresa del ministro della Difesa, Guido Crosetto, al contingente italiano in Libano. L’annuncio è stato dato su X dal ministero della Difesa, con un post che spiega che il ministro si trova nel Paese “per fare visita ai militari italiani e incontrare alcuni rappresentanti delle istituzioni del Libano”. “Continua lo sforzo della Difesa per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione in Medio Oriente”, si legge ancora nel tweet.

Crosetto in Libano “per rendermi conto della situazione sul terreno 

È stato poi lo stesso Crosetto, intervistato da Nello Rega di Rainews24, a spiegare che la sua è “una visita dovuta per rendersi conto sul terreno della situazione”, ascoltando le voci e le testimonianze di chi, come i nostri militari, è a contatto costante con la popolazione e ha potuto misurare direttamente i cambiamenti seguiti all’attacco di Hamas a Israele. C’è però anche un altro motivo per cui il ministro ha deciso di recarsi al quartier generale dell’Unifil del Sector west, che è sotto il comando italiano: “È importante – ha sottolineato – che lo Stato faccia sentire la propria vicinanza alle persone che ha mandato a rappresentarlo”. E che, ha chiarito ancora Crosetto nel corso dell’intervista, tanta parte hanno avuto e hanno nella credibilità e della stima di cui gode l’Italia negli scenari in cui è presente.

L’impegno del governo “a 360 gradi per evitare l’escalation, che sarebbe ancora più drammatica”

Si tratta di una presenza importante, dunque, anche nell’economia complessiva delle relazioni diplomatiche italiane, che vedono il nostro Paese in prima fila nel cercare una soluzione al conflitto tra Israele e Hamas. Crosetto ha ricordato che come governo, a partire dal premier Giorgia Meloni, “ci stiamo muovendo a 360 gradi”. “Tutti – ha aggiunto – dobbiamo lavorare perché non ci sia una escalation, perché non ci sia un peggioramento di una situazione che è già drammatica e che potrebbe diventarlo ancora di più se queste vicende infiammassero il Medio Oriente, se scatenassero una guerra tra Islam e Occidente”. Una guerra che, ha proseguito il ministro, “non vuole nessuno: non la vuole nessun Paese arabo, non la vuole nessun Paese occidentale”. “È la prima volta – ha aggiunto – che vedo un attivismo così corale per evitare che la situazione possa peggiorare. Vuol dire – ha commentato Crosetto – che alcune cose successe negli ultimi anni hanno fatto cambiare mentalità. È meglio buttare acqua sul fuoco prima che divampi l’incendio”.

“Tutti siamo d’accordo: il popolo palestinese non è Hamas”

Crosetto poi ha sottolineato anche che “tutti siamo d’accordo che un conto è Hamas, un’organizzazione terroristica il cui unico scopo è distruggere Israele, un conto è il popolo palestinese. Bisogna distinguere, discernere avrebbe detto San Paolo, tra le due cose ed è quello che tutto il mondo sta cercando di fare”. Alla richiesta di una previsione su ciò che potrebbe accadere in Medio Oriente, Crosetto ha risposto chiarendo che “solo un pazzo farebbe previsioni, nessuno può farle. Possiamo solo lavorare perché il futuro sia migliore del presente che viviamo, ci rimane da rimboccarci le maniche e lavorare perché non si allarghi ad altro”.

Il ministro: “I militari italiani sono fondamentali portatori di pace. Sono qui per far sentire la vicinanza dello Stato”

I militari italiani di stanza in Libano sono oltre mille. Operano sotto l’egida dell’Onu, nell’ambito di una missione che coinvolge 49 nazioni, con regole di ingaggio chiare: i nostri soldati sono lì, ha ricordato Crosetto, “per preservare la pace, per fare in modo che il Libano possa garantirsi la propria sicurezza, che due Paesi tra i quali c’è stato odio, c’è stata una guerra, possano in qualche modo arrivare a cessare le ostilità”. Quella di “portatori di pace, sicurezza, dialogo” è oggi una missione che si svolge con più difficoltà rispetto ai mesi precedenti e “ultimamente – ha spiegato Crosetto – hanno dovuto passare molte ore nei bunker per motivi di sicurezza”. Epperò, proprio oggi è ancora più importante: “Il loro ruolo è fondamentale per la difesa della popolazione e anche per far vedere che tutto il mondo crede nella pace in questa parte di mondo”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *