Salario minimo, no del Cnel. Brunetta: “Solo una contrattazione forte garantisce equità”
Non una “scelta duale”, ma una “cassetta degli attrezzi” per “aiutare la contrattazione”, specie nei “settori più fragili”. Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha spiegato così il senso del documento sul salario minino approntato dall’organismo e approvato oggi dall’assemblea. Il testo, che era stato richiesto dal governo come base di riflessione sul tema, dunque, non propone l’introduzione di un salario minimo orario, ma il rafforzamento della contrattazione nazionale collettiva. Il via libera è arrivato a larga maggioranza, a seguito della spaccatura dei sindacati. “Il documento è stato approvato a larghissima maggioranza. Esprimo grande soddisfazione”, ha commentato Brunetta in una conferenza stampa seguita all’approvazione del testo.
Il Cnel approva il testo sul salario minimo: no alla legge, si punta sulla contrattazione
“Oggi lo invierò ufficialmente al premier per farne l’uso che meglio si richiede. Il premier aveva detto che le nostre conclusioni, una volta vagliate dal governo, potessero entrare già in legge bilancio e o, aggiungo, nel collegato lavoro”, ha aggiunto Brunetta, sottolineando che “avere una contrattazione forte è l’unica garanzia per un mercato del lavoro efficiente, equo”.
I sindacati si spaccano, il documento passa a maggioranza
Il documento, elaborato dalla commissione d’informazione del Cnel, è passato in assemblea con 39 voti a favore e 15 contrari su 54 votanti. I presenti erano 62, quindi 8 consiglieri non hanno espresso il voto. A votare contro Cgil, Uil e Usb. No anche dai 5 consiglieri di nomina del presidente della Repubblica, che, secondo quanto emerso, avevano presentato degli emendamenti, bocciati dall’assemblea, che chiedevano la sperimentazione di un salario minimo orario per le categorie fragili, donne giovani e immigrati, da affiancare alla proposta elaborata dalla Commissione d’informazione per rendere la contrattazione collettiva più forte rispetto all’inserimento tout court di una retribuzione minima oraria per legge.
“Si era detto o all’unanimità o nulla, ma questo valeva solo in passato quando il sindacato era unitario. Oggi non lo è, la Cisl crede ancora nella non necessità di una legge, Cgil e Uil non più. Se dunque il sindacato è diviso, anche il Cnel ha dovuto tenere conto di questo”, ha spiegato ancora Brunetta. “Quando il sindacato era unitario – ha chiarito ancora Brunetta – il Cnel deliberava unanimemente. Quando si è diviso questa cosa è apparsa anche al Cnel. È legittimo che Cgil e Uil abbiano cambiato idea, visto che due tre anni fa Landini tuonava contro il salario minimo per legge, anche Camusso e poi abbiano cambiato idea. Legittimissimo, ma hanno spaccato l’unità sindacale, quella dei lavoratori. Il Cnel non è diviso e i numeri di approvazione lo dice”.
Il Cnel offre una “cassetta degli attrezzi” e “resta fuori dallo scontro politico”
Poi, ringraziando il premier Giorgia Meloni, per il ruolo riconosciuto al Cnel, Brunetta ha chiarito che il compito del Consiglio è di offrire “un contributo di ‘osservazioni e proposte’ per facilitare il compito di governo e Parlamento nella elaborazione della legislazione economica e sociale”, non quello di entrare nell’agone. “Noi – ha precisato – abbiamo fatto una scelta di stare fuori dallo scontro politico, di partire dalla direttiva europea, quindi non dai dibattiti parlamentari”.
No a “soluzioni semplicistiche”. Serve “fare i conti con la realtà”
“Sono certo – ha aggiunto – che, una volta affievolita la contesa politica, che vede una estrema e ingiustificata polarizzazione tra chi è a favore e è chi contro il salario minimo, sarà possibile apprezzare il documento approvato oggi, che individua una ‘cassetta degli attrezzi’ per gestire, in modo articolato e mirato le diverse criticità del lavoro povero e dei salari minimi adeguati per tutti i lavoratori (non solo i dipendenti e non solo i livelli più bassi delle scale di classificazione contrattuale), che non possono certo essere risolti attraverso soluzioni semplicistiche che non sanno poi fare i conti con la realtà e con i bisogni delle persone in carne e ossa”. “In questa casa – ha sottolineato ancora Brunetta – c’è una grande tradizione: contrattazione, contrattazione, contrattazione quindi per noi la strada non è una supplenza da parte leggi, ma una valorizzazione della contrattazione nelle aree più fragili”.