Voto in Alto Adige, Urzì: “Un governo con la Svp possibile con un accordo di programma”
Il voto in Alto Adige, che ha segnato un deciso arretramento della Svp e consegnato a FdI il ruolo di primo partito di lingua italiana, apre scenari inediti per la provincia autonoma. Ad analizzare i risultati e illustrare quello che potrebbe accadere ora è il deputato di FdI, Alessandro Urzì, che è stato per oltre 20 anni consigliere provinciale di Bolzano e regionale del Trentino Alto Adige. “FdI è il primo partito di lingua italiana e nazionale in Alto Adige e questo conferma il ruolo di leadership che ci viene assegnato in una provincia nella quale gli italiani sono minoranza dal punto di vista dei numeri e nella quale si porrà quindi il tema della governabilità”, ha detto Urzì, ragionando sull’esito del voto.
Le elezioni in Alto Adige confermano “il ruolo di leadership di FdI”
Urzì, inoltre, si è soffermato sul fatto che FdI, con il 6% dei consensi, ha doppiato la Lega, che si è fermata al 3%, ribaltando gli equilibri della precedente tornata. “C’è stata una competizione, in virtù del sistema proporzionale puro, che ci vedeva tutti alternativi e l’aver doppiato in questo quadro la Lega, anche all’interno della coalizione nazionale, conferma la responsabilità affidata a FdI dalla rappresentanza della comunità italiana”, ha spiegato il deputato di FdI, che è anche presidente della Commissione dei Sei, in un’intervista all’agenzia di stampa Adnkronos.
Un voto che cambia gli schemi del passato
Quanto agli scenari che si aprono ora in Alto Adige, Urzì ha spiegato che un governo provinciale con Svp è possibile attraverso un “accordo di programma”. “Il nostro partito – ha detto – si è posto con un approccio pragmatico e come interlocutore di governo per creare anche un asse di collaborazione utile al territorio e alla minoranza italiana con il governo nazionale. Ora è evidente che lo schema seguito in passato di due partner di governo, Svp più un altro lingua italiana, non si regge sui numeri e si apre una stagione di coalizione più ampia”, ha chiarito Urzì, secondo il quale ora per Svp ci sono due opzioni. “La prima – ha spiegato il deputato – è indirizzare il partito verso una coalizione che abbia come componente italiana le forze di governo nazionale, FdI e Lega, aperta ad altre componenti del gruppo linguistico tedesco, ma riconoscendo il maggiore consenso riconosciuto proprio ai partiti di centrodestra in Alto Adige dall’elettorato italiano”.
La possibilità di un governo con la Svp sulla base di un accordo di programma
“La seconda opzione, che – ha sottolineato – sarebbe un passo indietro nella storia, va nella direzione di una coalizione con le forze della sinistra, che però contano solo su un consigliere del gruppo linguistico italiano quindi vorrebbe dire non riconoscere la rappresentatività decisa dagli elettori”. Urzì quindi si è detto fiducioso che l’Svp sia “capace di includere le forze del centrodestra senza più l’applicazione di pregiudiziali che, in passato, hanno fortemente condizionato la nostra partecipazione al governo del territorio”. Nel caso della formazione di un governo provinciale, ha poi chiarito Urzì , serve un “accordo di programma in cui venga posta una moratoria sui temi di inutile contrapposizione etnica nell’interesse esclusivo dei cittadini della Provincia autonoma di Bolzano che, a prescindere dal gruppo linguistico di appartenenza, hanno un costo della vita estremamente più alto rispetto alla media e richiedono soluzioni di carattere sociale per le categorie sino ad oggi meno considerate nell’utilizzo delle opportunità date dall’autonomia”.
La preoccupazione per la crescita dei movimenti radicali e secessionisti
Secondo il deputato FdI, “il dato preoccupante sul quale invece va richiamata l’attenzione dell’intera opinione pubblica nazionale è la crescita esponenziale dei movimenti radicali e dichiaratamente secessionisti che, sino ad oggi, hanno mantenuto aperto un fronte di scontro ideologico e anti-italiano”. Il varco che questi movimenti si sono aperti nelle urne, “va contenuto da una politica comune che – ha concluso Urzì – respinga le quotidiane provocazioni e coinvolga allo stesso modo forze politiche italiane, tedesche e ladine”.