Esercito e Shin Bet liberano una soldatessa rapita. Netanyahu ad Hamas: siete dei mostri, vi staneremo

30 Ott 2023 19:30 - di Bianca Conte
soldatessa rapita

Proprio nelle stesse ore in cui Hamas, in nome di quella lo stesso Netanyahu ha definito una propaganda psicologica crudele diffonde il video con le grida di tre donne in ostaggio dei miliziani palestinesi indirizzate contro il premier, arriva la notizia della liberazione della soldatessa israeliana rapita il 7 ottobre, giorno del massacro e dalla razzia di ebrei. La giovane, che un portavoce militare ha individuato in Ori Magidish è in buone condizioni di salute e avrebbe già parlato con i suoi familiari.  La soldatessa era una delle vedette messa a guardia del kibbutz di Nahal Oz.

Esercito e Shin Bet liberano una soldatessa israeliana rapita il 7 ottobre

«Mi congratulo con lo Shin Bet e l’esercito per questo risultato importante ed entusiasmante. Un risultato che esprime il nostro impegno per il rilascio di tutti i rapiti», ha commentato la notizia a caldo il premier Netanyahu, confermando l’annuncio della liberazione della soldatessa rapita che, quel terribile sabato 7 ottobre, stava prestando servizio come vedetta a guardia del kibbutz di Nahal Oz quando è stata rapita.

Netanyahu ad Hamas: «Siete dei mostri. Continueremo a darvi la caccia»

Un rilascio che riaccende le speranze e a seguito del quale, nel congratularsi per il successo dell’operazione, il premier israeliano è tornato a rivolgere i suoi strali contro i terroristi di «Hamas-Isis», tuonando:  «Siete dei mostri. Continueremo a inseguirvi. Continueremo a darvi la caccia», ha intimato il leader israeliano. mentre esercito e Shin Bet hanno aggiunto: «Faremo ogni sforzo per liberare anche altri ostaggi».

Soldatessa rapita, e non solo: «Israele impegnato a riportare a casa tutti gli ostaggi»

e non è ancora tutto. Sempre Benjamin Netanyahu ha affermato durante un briefing che le forze armate e di sicurezza israeliane concordano su una valutazione comune secondo cui Hamas non rilascerà gli ostaggi «a meno che non sia posto sotto pressione». e a riguardo, il primo ministro israeliano ha aggiunto che l’azione di terra «crea effettivamente la possibilità» di liberare gli ostaggi, perché Hamas «lo farà solo – appunto – se sotto pressione». Concludendo quindi: «Ci siamo impegnati a riportare a casa tutti gli ostaggi – ha rilanciato il premier –. Pertanto pensiamo che questo metodo abbia una possibilità. È un obiettivo su cui ci siamo impegnati».

Missione liberazione ostaggi: Israele punta a ottimizzare sforzi e risultati con Hamas “sotto pressione”

Del resto, già nelle scorse settimane, sul fronte della guerra aperta per la liberazione degli ostaggi, il Segretario di Stato Usa Antony Blinken nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv parlò di «sforzi diplomatici per risolvere quanto prima e quanto meglio la questione spinosa dei civili e dei militari rapiti». Così come, già nella sua prima conferenza stampa dall’inizio della guerra, il capo dello stato maggiore israeliano, Herzi Halevi assicurò: «Faremo di tutto per riportare gli ostaggi a casa».

Il doppio binario di negoziati e operazioni congiunte tra esercito e intelligence

Laddove per tutto si intendeva evidentemente negoziazioni e operazioni militari e d’intelligence. Un terreno minato, su cui si sta muovendo in prima linea il generale Gal Hirsch, un ex paracadutista, militare esperto, che il governo di Tel Aviv ha nominato coordinatore speciale. Proprio Hirsch, allora, all’indomani dell’investitura, assunto il delicato incarico spiegò come Israele stesse compiendo uno sforzo «di intelligence ed operativo» importante per mettere a fuoco la questione.

Ostaggi, liberazione e rilascio

Anticipando anche: «Le ricerche sul terreno proseguono costantemente – affermò Hirsch in un comunicato –. Il riconoscimento degli uccisi è un lavoro molto complesso. Molti feriti sono ancora negli ospedali. E noi diamo la caccia ad ogni dettaglio che ci aiuti a localizzare tutti i dispersi». E ancora. «Lavoriamo 24 ore al giorno – assicurò il generale –. Per i dispersi, per gli ostaggi, e per le loro famiglie».

Il fronte del rilascio degli ostaggi: il capo del Mossad è stato in Qatar

Non solo. Mentre le operazioni congiunte di militari e intelligence mettono a segno un risultato dal valore fortemente simbolico, anche i negoziati per la liberazione dei 238 ostaggi ancora nelle mani di Hamas nonostante lo stallo, sembrano proseguire. Secondo quanto ha riferito Axios citando alcune fonti, David Barnea, il direttore del Mossad, è stato in Qatar nel fine settimana e ha incontrato alti funzionari con i quali ha discusso degli sforzi per cercare di assicurare il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Una visita avvenuta dopo l’inizio dell’offensiva di terra…

 

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