Foibe, l’Anpi attacca i prefetti: vietato ricordare. Menia: “Togliere i fondi a chi offende i martiri italiani”
La verità sulle foibe continua a bruciare se l’Anpi, ancora oggi, polemizza contro il governo, “colpevole” di voler tenere alto, specie tra i giovani, il ricordo di una delle pagine più buie della nostra storia. L’ultima circolare delle prefetture indirizzata ai sindaci e agli uffici scolastici provinciali non è andata giù all’Associazione nazionale partigiani. Che oggi, per bocca del presidente Gianfranco Pagliarulo, va all’attacco. Giudicando “faziose e strumentali” le sollecitazioni a diffondere la conoscenza delle cause che portarono all’infoibamento e all’esodo dei giuliano-dalmati.
Foibe, l’Anpi polemizza con la circolare dei prefetti
Dove sta lo scandalo? Nella circolare si fa riferimento alla violenza “che esplose all’indomani della firma dell’armistizio e che, per i successivi quattro anni, si scatenò su molti italiani inermi e incolpevoli, residenti nei territori ad est di Trieste. Con durissime e atroci rappresaglie dai contorni di una vera e propria pulizia etnica”. Non si può dire? Per l’Anpi “queste sollecitazioni rappresentano una gravissima forzatura della verità storica, delle leggi vigenti, della stessa autonomia scolastica”. Insomma la circolare – protesta Pagliarulo – deve essere “ritirata”.
Vietato ricordare la violenza di quegli anni…
“È sconcertante che si invitino le scuole alla conoscenza e all’approfondimento di questi temi che riguardano il Giorno del Ricordo, cioè il 10 febbraio”, si legge nella nota dell’Anpi. “E non ci sia analogo invito per la Giornata della Memoria, istituita con legge 211 del 2000 ‘al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei. Il silenzio su tale giornata rivela la natura faziosa e strumentale dell’operazione didattica. Funzionale soltanto a una narrazione delle tragedie di quegli anni tesa a screditare la Resistenza”.
Menia: solo l’Anpi fa ancora negazionismo
Una tesi falsa e inaccettabile, ribatte Roberto Menia, senatore di FdI e padre della legge che istituisce il Giorno del Ricordo. “Purtroppo, le dichiarazioni dell’Anpi, ispirate a un negazionismo offensivo verso la drammatica vicenda delle foibe che ha martirizzato migliaia di innocenti italiani, non mi sconcertano più”, dice. Poi ricorda che la circolare dei prefetti non fa altro che attuare quanto previsto da una legge dello Stato italiano. Quella che istituisce il Giorno del Ricordo e dell’onore verso quegli italiani infoibati da Trieste all’Istria. Senza dimenticare che non più di qualche settimana fa il Senato all’unanimità, salvo due astenuti, ha approvato una legge che finanzia viaggi di studio alle foibe e in quei luoghi dove furono uccisi migliaia di italiani”.
Togliere i finanziamenti a chi nega i martiri italiani
Menia ricorda che esiste una coscienza civile e in Parlamento contro cui si schiera l’Anpi, che assume posizioni insultanti ma anche fuori della storia. “Si pone in maniera pressante il problema di come questa organizzazione possa davvero rappresentare il lascito morale di quelli che partigiani lo furono per davvero. La realtà – dice il senatore di FdI – è che oggi l’Anpi non è altro che un’associazione dell’estrema sinistra. Composta per lo più da giovani dei Centri sociali e da cattivi maestri che comunque partigiani non furono. Senza considerare che è riconosciuta come associazione d’arma ed in tale veste è finanziata dallo Stato. In particolare dal Ministero della Difesa, con fondi pubblici. Vanno tolti perché è inaccettabile che lo Stato finanzi e quindi legittimi chi fa apologia al negazionismo delle foibe. E apertamente dileggia i martiri italiani infoibati”.