Foibe, “Una rosa per Norma”. Il Comitato 10 febbraio: 345 città la ricordano a 80 anni dal massacro (video)
“In Istria non ti sembri strano anche le pietre parlano italiano”, recitava una canzone della Compagnia dell’Anello. Ma anche “Tito Tito, maresciallo assassino”. Opuscoli ‘clandestini’, testimonianze, interviste ai sopravvissuti a suggello di una memoria custodita per decenni soltanto dalla destra.
“Una Rosa per Norma” in 345 città
Oggi, dopo decenni di silenzio e negazionismo, l’orrore delle foibe, l’esodo dei giuliano-dalmati e il tentativo di genocidio messo in atto da Tito dopo l’8 settembre non sono più patrimonio di pochi. Escono lentamente dall’oblio alla fine degli anni ’90, si affacciano con poche righe nei libri di testo scolastici (ancora lacunosi) fino all’istituzione nel 2004 del Giorno del Ricordo il 10 febbraio. Un traguardo storico. ottenuto grazie a molti, ma soprattutto alla testardaggine di Roberto Menia, istriano, oggi deputato di Fratelli d’Italia. Nessuno dice più foìba, nessuno studente strabuzza gli occhi di fronte al capitolo del confine orientale.
Olmi: la più grande manifestazione patriottica
Ottant’anni dopo il massacro di Norma Cossetto, la studentessa istriana catturata, stuprata da 17 aguzzini titini e gettata nella foiba di Villa Surani, nella notte tra il 4 e 5 ottobre, il “Comitato 10 febbraio” presenta “Una rosa per Norma”. L’iniziativa è promossa per la prima volta nel 2018. Lo racconta, davanti ai giornalisti nella saletta stampa di Montecitorio, il presidente del Comitato, Silvano Olmi. “È il 2018 quando a Viterbo viene deposta una rosa al monumento che ricorda le foibe. Io non ero presente per impegni a Roma. Mi telefonano e mi dicono che ci sono oltre cento persone. Un successo inaspettato, con un semplice tam tam”. Da allora è stato un crescendo: nel 2019 aderiscono 130 città, poi 140, 170 fino all’exploit di quest’anno con 345 città. L’evento esce perfino dai confini nazionali e sbarca a New York, Buenos Aires e Melbourne. “Ricordiamo una vittima della dittatura slava, una donna diventata simbolo dell’odio anti-italiano e dell’amore per la propria Nazione. Oggi ‘Una rosa per Norma’ è la più grande manifestazione patriottica italiana”.
Maurizio Gasparri ricorda le tappe del percorso della verità
Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ricorda le tappe che hanno portato alla verità, troppo a lungo ignorata e mistificata. La storia non mente e sulla tragedia di Norma Cossetto, delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata non c’è nulla da accertare. “Strategica l’azione culturale, come la partecipazione della Rai alla produzione del film Rosso Istria, per riportare una maggiore attenzione a un fenomeno storico a lungo rimosso”. Oggi, continua Gasparri, la situazione è migliorata, ma “restano forti sacche forti di negazionismo che proprio iniziative come Una Rosa per Norma contribuiscono ad arginare”. Alessandro Amorese, deputato di FdI e fondatore della casa editrice Eclettica, fa gli onori di casa sollecitando gli ospiti, a partire dalla violenza brutale consumata ai danni di una giovane donna, “colpevole” di essere italiana.
Il numero monografico di CulturaIdentità
Il regista e scrittore Edoardo Sylos Labini sottolinea la gravità della violenza del branco presentando il numero monografico dedicato alla studentessa istriana di CulturaIdentità, mensile da lui diretto. Sulla prima pagina compare l’immagine di Norma Cossetto su uno sfondo di rose rosse. Di forte impatto l’editoriale dal titolo “Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”. All’interno i contributi tra gli altri di Emanuele Merlino (presente alla conferenza stampa) con l’articolo “Quel buco nero resta una macchia sulla nostra storia”, di Stefano Zecchi con “Norma e Maria (Pasquinelli, ndr): due italiane in una tragedia”, di Silvano Olmi sulle marocchinate e di Maria Grazia Cucinotta, con un articolo dal titolo “Ce la possiamo fare! Ci credo davvero”.
Rossano Sasso: l’ostracismo della sinistra
Il deputato leghista Rossano Sasso accende i riflettori sul lavoro della commissione Cultura e ha denuncia l’atteggiamento giustificazionista della sinistra e l’ostracismo nei confronti di una tragedia europea. Da sottosegretario all’Istruzione ricorda lo scalpore suscitato da una circolare scolastica sul Giorno del Ricordo che osava mettere in parallelo la tragedia del confine orientale con la Shoah. Nicole Matteoni, deputata triestina di Fratelli d’Italia, ricorda la lotta degli italiani a difesa delle terre, le prime e solitarie commemorazioni in Friuli Venezia Giulia. E l’impegno per l’istituzione di una targa a ricordo di Norma Cossetto nel liceo di Gorizia frequentato dalla ragazza, finora negata.
Il dovere civile del ricordo dei morti
Prende la parola anche Gaetano Ruocco, presidente dell’Ansi (Associazione nazionale Sottufficiali dItalia ) che sottolinea l’obbligo morale del ricordo dei morti e dei “valori che appartengono a tutti gli italiani”. Maurizio Federici illustra il battesimo a Viterbo dell’iniziativa di “Una Rosa per Norma”. “Inizialmente si chiamava “un fiore per Norma” poi è diventata una “rosa” anche in omaggio a Santa Rosa”, dice l’ex consigliere comunale di Viterbo, una vita a destra fin dalla militanza nella Giovane Italia.
Menia: oggi in Senato la mozione sui “viaggi del Ricordo”
Non poteva mancare la testimonianza toccante di Roberto Menia, che anticipa l’approvazione nel pomeriggio in Senato di un testo unificato (mozioni di FdI, Lega e Forza Italia) sui “Viaggi del ricordo” nelle scuole. A ottant’anni dall’eccidio di Norma, il senatore ricorda le altre donne vittime della violenza dei partigiani titini, il ritrovamento della salma della studentessa istriana e l’impegno della sorella Licia, morta dieci anni fa lo stesso giorno di Norma, 70 anni dopo.
Il tricolore spezzato e il vescovo di Fiume
Menia rievoca davanti alla stampa un aneddoto sul vescovo di Fiume che, fuggendo tagliò la bandiera tricolore in tre parti (Verde, Rosso e Bianco) per poi ricomporla una volta arrivato in Italia. Il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti sottolinea l’impegno del Ministero per rendere capillare e corretta la comunicazione nelle scuola di una delle pagine più buie della storia nazionale. “Interverremo per riparare alle circolari omissive come quelle dell’ex ministro Bianchi capace di non citare mai la parola foibe e Norma Cossetto”.