Fondi al cinema, la sinistra difende gli amichetti della cinepresa. Ecco i “capolavori” finanziati coi nostri soldi
Sinistra all’attacco in difesa del cinema? No, in difesa dell’amichettismo della cinepresa. Non altrimenti si deve leggere la levata di scudi, capeggiata da Elly Schlein, dopo la proposta di tagliare in parte i fondi destinati al cinema. Tutti i ministeri sono stati invitati a tirare la cinghia e non si vede perché ciò non dovrebbe valere anche per il ministero guidato da Sangiuliano. Ma la verità è che la sinistra difende un terreno in cui spadroneggia da sempre, e con i nostri soldi.
Lo svela l’inchiesta del quotidiano la Verità in edicola oggi. Scrive Giorgio Gandola: “Allora è interessante andare a toccare con mano l’importanza strategica del settore, l’indispensabile contributo a opere epocali come Sherlock Santa e Ladri di Natale di Francesco Cinquemani, costati complessivamente 15 milioni, con un contributo statale di 4 milioni e un incasso di 13.000 euro. Allora è fondamentale chiedersi quale sia stato l’impatto popolare di Prima di andare via di Massimo Cappelli che ha ricevuto 700.000 euro di contributo pubblico e nelle sale ha richiamato ben 29 spettatori. I numeri sono impietosi e spazzano via difese d’ufficio e barricate della gauche cinematografara, rimasta ai tempi d’oro di Dario Franceschini”.
E prosegue con numeri che fanno riflettere: “We are who we are (2020), miniserie di Luca Guadagnino per Hbo e Sky Atlantic è stata finanziata dal Fondo per il cinema (strumento il credito d’imposta) per 13,2 milioni, con 2,4 milioni come compenso per il regista legittimamente attribuito dai produttori. Grazie Fondo. Ai produttori della doppia serie A casa tutti bene 1 e 2 di Gabriele Muccino, regista sempre molto attento a cavalcare battaglie progressiste, l’ente pubblico ha dato in totale 6,3 milioni con il credito d’imposta, che hanno consentito all’autore di incamerare 3,3 milioni di compensi. Altri beneficiati speciali sono I leoni di Sicilia di Paolo Genovese sulla saga della famiglia Florio (finanziamento pubblico 8,7 milioni, compenso per lui 1,4 milioni) ed M-Il figlio del secolo di Joseph Maximilian Wright, tratto dal best seller di Antonio Scurati, finanziato con 14,9 milioni dal ministero (1,7 il cachet del regista). A Saverio Costanzo è riuscito il doppio colpo: il film Finalmente l’alba, viaggio nella Hollywood sul Tevere con Lily James e Willem Dafoe ha portato a casa 9,5 milioni dallo Stato italiano, mentre la serie L’amica geniale ne ha ottenuti 10,5. Anche grazie a questi finanziamenti, i produttori hanno potuto garantirgli 3,1 milioni complessivi per le due opere. Sicuri che sia il caso di versare lacrime amare?”.
Alla fine non ha tutti i torti Tommaso Foti quando replica così a Elly Schlein che si lagna per il taglio dei fondi al cinema (non di 100 mln come ipotizzato inzialmente ma di 14 mln): “Prendo atto che Elly Schlein difende un mondo di ricchi privilegiati, magari quello di alcuni salotti romani. Si informi e si documenti: le storture del tax credit hanno generato un mondo di abusi, una sorta di superbonus in salsa cinematografica”.