Hamas, Foti: “Alla fine Pd e 5Stelle hanno votato la nostra risoluzione. Tanto rumore per nulla”

11 Ott 2023 9:57 - di Sara De Vico

“Con i voti incrociati c’è stata una sostanziale convergenza. Ma quello che mi viene da dire è: allora perché il nostro testo all’inizio non andava bene? Perché non si è fatto uno sforzo di sintesi ulteriore?”. Così Tommaso Foti, intervistato da il Foglio, sul voto alla Camera di ieri in merito ai finanziamenti a istituzioni fiancheggiatrici del terrorismo. È stata “una grande occasione sprecata. O se vogliamo, tanto rumore per nulla”, spiega. Dopo tante parole, trattative e conciliaboli in Transatlatico, alla fine, ieri, Pd e 5Stelle hanno votato la risoluzione della maggioranza, al termine dell’informativa del ministro Tajani su Israele.

Niente finanziamenti al terrorismo, la Camera approva

Poteva esserci compattezza fin dal principio, riflette Foti, e invece le opposizioni preferito agitare la loro bandierina. “Certo, avremmo dato una immagine ancor più forte di sostegno a Israele. Perché su un punto credo che nessuno potesse essere in disaccordo. E cioè sulla sospensione dei finanziamenti che in qualche modo finiscono nelle tasche di Hamas. La maggior parte delle resistenze – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio – le avevamo registrate sulla sospensione delle attività umanitarie. Cosa che però non abbiamo mai proposto. Semplicemente, parlavamo di finanziamenti a istituzioni che potessero fiancheggiare il terrorismo”.

Foti: la mediazione è arrivata in extremis, peccato

“La mediazione delle opposizioni è arrivata in extremis, al di fuori della discussione generale”, racconta ancora Foti puntando il dito sull’imbarazzo delle sinistra che ideologicamente non riesce a ‘schierarsi’ con la maggioranza neppure su una proposta di buon senso, che avrebbe meritato un’unanimità bipartisan. “È  chiaro che non sapevano bene cosa fare. Ma il punto è un altro. C’era davvero bisogno di marcare una distanza presentando testi diversi? Perché alla fine ci si poteva evitare un passaggio non necessario. Che – conclude – è servito a qualcuno per mandare un messaggio di natura elettorale. È bene quel che finisce bene, ma si poteva lavorare tutti assieme limando le parole, i dettagli della proposta. Avremmo dato l’impressione per una volta, e su un argomento tanto delicato, di remare tutti nella stessa direzione”.

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