Incredibile a Napoli: donna dona il suo cadavere alla “scienza” ma l’Università non può riceverlo
Una donna malata decide che il suo corpo, quando spirerà, dovrà essere donato alla scienza, messo a disposizione della ricerca, dell’umanità, ma quel bene prezioso per chi è costantemente impegnato nello studio dell’essere umano e delle sue patologie per cercare soluzioni mediche, viene rifiutato, a causa della burocrazia, di regolamenti sbagliati, di autorizzazioni mancanti e anche di una certa superficialità nel trattare una materia così delicata. La donna dona il cadavere, le porte dell’obitorio si chiudono. Possibile?
La donna malata “dona” il cadavere ma non trova ospitalità
L’incredibile accade a Napoli, dove quel cadavere “donato” secondo le norme di legge, viene prima accettato con entusiasmo dai ricercatori del II Policlinico, ma al momento della consegna prima l’obitorio comunale rifiutq il corpo poi gli stessi ricercatori scoprpno che manca l’autorizzazione ministeriale per ricevere le spoglie mortali della generosa signora. Un giallo, anzi, una triste fiction il cui finale è ancora più clamoroso: quel cadavere verrà portato all’Università di Bologna, che accetta ben volentieri di accoglierlo, è attrezzato a farlo, ha il permesso e anche i soldi per pagare il trasferimento da Napoli.
La battaglia vinta per il trasferimento a Bologna
Una battaglia vinta, alla fine, dall’avvocato della signora Flora, Andrea Raguzzino, al termine di 24 ore di equivoci e diffide al termine delle quali è stata rispettata, almeno in parte, la volontà, sancita da una norma dello Stato, della donna defunta, che però credeva di poter offrire sè stessa alla propria, amatissima città, lei che da docente d’arte e artista la girava e la riproduceva in tutte le sue forme. Peccato che un quadro sulla burocrazia italiana, al momento, sia impossibile da riprodurre anche su una tela smisurata, visto il groviglio di insidie e di trappole che nasconde il sottobosco legislativo italiano.
L’obiettivo della ricerca e della formazione degli studenti
Il cadavere “donato” integralmente (che non ha nulla a che vedere con la donazioni degli organi) è un bene raro, visto che quella possibilità, offerta dalla legge 10/2020 intitolata «Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica», è poco conosciuta e scarsamente utilizzata, nonostante i nobili fini visto che i corpi di defunti sui quali compiere studi ed esercitazioni sono essenziali per la buona formazione degli studenti di medicina così come per il progresso di studi di particolari malattie o terapie.
La signora Flora si ammala a decide di “donare” il suo corpo
Eppure la signora Flora, un anno fa, quando si era malata di una terribile malattia, aveva pensato proprio a tutto, affidando all’avvocato Raguzzino il compito di gestire la donazione alla sua morte. I sondaggi con i responsabile del Reparto Anatomia del Policlinico avevano fatto riscontrare un entusiasmo che mai avrebbe fatto immaginare l’epilogo della vicenda. “Ho bussato alla porta della Federico II e il dipartimento di Anatomia umana ha accettato il dono del corpo e una volta fatto il testamento biologico siamo andati avanti. La mia cliente pochi giorni fa incominciato a stare male, capendo che la fine si avvicinava abbiamo dovuto provvedere agli incartamenti per fare passare il cadavere all’obitorio del Policlinico. Abbiamo chiesto questa autorizzazione per il trattamento della salma senza ricevere risposta. Quando però la mia cliente, due giorno fa, è morta, l’obitorio si èrifiutato di accogliere il corpo, per poi scoprire, da parte della Medicina legale, che il II Policlinico non è autorizzato dal Ministero della salute a svolgere attività sui corpi che vengono donati alla scienza. Di questo non sapevamo nulla. All’epoca però ci dissero che erano disposti a procedere”.
Soddisfazione e amarezza dall’avvocato Raguzzino
L’epilogo è, per fortuna, a lieto fine: “L’università di Bologna, che non solo è abilitata per questo tipo di attività ma ha anche accettato di prendere in carico queste spoglie, si occuperà di prelevare il corpo della signora dalla cella frigorifera dell’obitorio, che ha accettato di ospitarla temporaneamente. Ma è tanta l’amarezza per quanto accaduto, sia nei confronti della Federico II che per tutti gli enti coinvolti in questa storia. Abbiamo seriamente rischiato che il corpo finisse per essere cremato, in spregio alla volontà della signora, della legge e della civiltà”.