Israele annuncia una zona umanitaria nella Striscia di Gaza. Biden atterra a Tel Aviv
Le Forze di difesa israeliana (Idf) hanno annunciato la creazione di una zona umanitaria nella Striscia di Gaza dove verranno consegnati gli aiuti alla popolazione civile. L’annuncio è arrivato in mattinata, giusto prima che Joe Biden atterrasse, intorno alle 10 italiane, all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per la sua missione diplomatica, dalla quale, dopo l’attacco all’ospedale di Gaza City, è stata cancellata la tappa in Giordania. La stessa visita del presidente Usa in Israele, del resto, come emerso chiaramente ieri, era stata subordinata da Washington al raggiungimento dell’accordo su un piano umanitario. ”Benvenuto, signor presidente. Dio ti benedica per aver protetto la nazione di Israele”, è stato il modo in cui il presidente israeliano Isaac Herzog ha accolto Biden in aeroporto, insieme al premier Benjamin Netanyahu.
Arriva Biden, Israele annuncia una zona umanitaria nella Striscia di Gaza
L’Idf ha chiarito che la zona umanitaria verrà creata nell’area di Al-Mawasi, vicino a Khan Younis, dove ”gli aiuti umanitari internazionali saranno forniti secondo necessità” e dove viene chiesto alla popolazione palestinese di recarsi, ribadendo l’avvertimento di lasciare Gaza City e il nord della Striscia in vista della prevista offensiva di terra contro Hamas. L’esercito israeliano ha anche pubblicato una mappa della zona di al-Mawasi, nel sud dell’exclave.
La salvaguardia dei civili palestinesi tema centrale della missione Usa
La creazione della zona umanitaria è un segnale atteso e fortemente richiesto dalla comunità internazionale, che pur nell’assoluta vicinanza a Israele ha sempre ripetuto la necessità di tutelare i civili palestinesi e del rispetto da parte di Tel Aviv del diritto umanitario. Il tema della salvaguardia della popolazione civile di Gaza è stato centrale nella visita compiuta nei giorni scorsi in Israele da Antony Blinken. Si è trattato, di fatto, di un viaggio anche preparatorio della visita di oggi di Biden, il cui annuncio ufficiale è arrivato dopo il raggiungimento dell’accordo umanitario tra il segretario di Stato Usa e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La questione, secondo quanto emerso, sarà centrale anche nella missione di Biden. Tanto più ora, dopo la strage all’ospedale di Gaza.
Gli appelli per il cessate il fuoco e la posizione della Giordania
Mentre si attende che venga fatta chiarezza su cosa è successo, sebbene si consolidi sempre di più lo scenario di un razzo di Hamas, si sono moltiplicati gli appelli per il cessate il fuoco: dal Papa all’Onu, sia nella figura del segretario generale Antonio Guterres, sia in un appello lanciato da 22 paesi arabi presenti nell’Assemblea. Anche la Giordania, attraverso il ministro degli Esteri, Ayman Al-Safadi, ha fatto sapere che “continuerà a lavorare con tutti in modo che, quando si terrà il vertice, sarà in grado di ottenere ciò che le viene richiesto, ovvero fermare la guerra, fornire sostegno umanitario alla popolazione di Gaza e mettere la fine a questa crisi”. Intanto, però, proprio a seguito dell’attacco all’ospedale ha annullato il vertice programmato tra Biden, re Abdullah II, il presidente palestinese Mahmoud Abbase e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi perché, ha spiegato ancora al-Safadi, “al momento non può essere fermata” la guerra tra Hamas e Israele.