Israele, Meloni e Tajani in prima fila per la de-escalation: incontri e colloqui con i leader della regione
Il premier Giorgia Meloni in contatto costante con i maggiori partner internazionali e con i principali attori nella regione mediorientale; il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani in missione in Egitto e a sua volta impegnato in colloqui con i suoi omologhi che possono svolgere un ruolo di mediazione al fianco dell’Italia e degli altri Paesi. Il governo è impegnato in un’azione diplomatica a tutto campo e incessante nel tentativo di favorire una de-escalation dopo la brutale aggressione di Hamas a Israele. In particolare, tra ieri sera e oggi, il presidente del Consiglio ha avuto colloqui telefonici con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, e con l’Emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani.
Colloqui telefonici di Meloni con il presidente degli Emirati Arabi e con l’emiro del Qatar
“Nell’ambito dei contatti in corso con a seguito dell’aggressione di Hamas nei confronti di Israele, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto ieri sera una conversazione telefonica” con il presidente degli Emirati arabi, ha reso noto Palazzo Chigi. “Nel corso dello scambio di vedute è stata data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida de-escalation al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e sostenere gli sforzi in corso di mediazione per il rilascio degli ostaggi”, si legge ancora nella nota della presidenza del Consiglio, che ha sottolineato come la conversazione sia stata “anche l’occasione per un aggiornamento sulla preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28) che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023”.
Lo sforzo incessante per una “rapida de-escalation”
Poi, riferendo che il premier “continua a tenersi in stretto contatto con i principali capi di Stato e di Governo delle Nazioni alleate e con i leader dei Paesi più coinvolti dalla profonda crisi in corso nella regione mediorientale”, Palazzo Chigi ha riferito anche della telefonata con l’Emiro del Qatar, spiegando che entrambi i leader “hanno condiviso la necessità di lavorare per una rapida de-escalation e per sostenere la mediazione finalizzata al rilascio degli ostaggi; la preoccupazione comune è quella di un ulteriore allargamento del conflitto”.
Tajani in Egitto: “Il Cairo fondamentale per la pace e la stabilità del Medio Oriente”
Oggi, poi, Tajani si è recato in missione al Cairo, dove ha incontrato il presidente Abdel Fattah al-Sisi, il ministro degli Esteri Sameh Shoukry e il segretario generale della Lega Araba, Ahmad Aboul Gheit. ”L’Egitto è fondamentale per la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel Mediterraneo” e ”può svolgere un ruolo importante per la de-escalation”, ha detto Tajani nella conferenza stampa congiunta con il suo omologo egiziano. ”Se ci saranno iniziative egiziane per la de-escalation, troveranno il conforto da parte dell’Italia”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, affermando inoltre che ”noi sosteremo tutte le iniziative che l’Egitto potrà svolgere per una soluzione degli ostaggi”.
L’incontro con il leader della Lega Araba e le telefonate con i ministri di Algeria e Marocco
La questione “prioritaria” degli ostaggi, oltre che della de-escalation, è stata al centro anche dell’incontro con il Segretario della Lega Araba, al quale Tajani ha espresso la necessità di evitare che la crisi “si estenda in Libano”. Nel corso della sua missione al Cairo, Tajani ha inoltre proseguito i contatti con altri ministri degli Esteri dell’area del Mediterraneo, confrontandosi in particolare con i ministro marocchino, Nasser Bourita, e algerino, Ahmed Attaf. Il vicepremier ha ribadito che “l’Italia condanna con la massima fermezza la feroce aggressione di Hamas e sostiene il diritto di Israele di difendersi dall’aggressione terroristica”, aggiungendo che “siamo impegnati con un’iniziativa diplomatica a tutto campo per evitare una escalation del conflitto a livello regionale”. Tajani, quindi, ha invitato i propri interlocutori a “lavorare insieme perché la comunità internazionale possa agire compatta a favore della pace” e a impegnarsi per una liberazione degli ostaggi civili nelle mani dei terroristi, anche attraverso la creazione di corridoi umanitari.