Israele sulla linea del fuoco: tank puntati su Hamas a Gaza, 350 morti e il dramma degli ostaggi nascosti nei tunnel

8 Ott 2023 12:56 - di Prisca Righetti
ostaggi Israele

Mentre non si fermano i combattimenti, con una lunga fila di carri armati in marcia verso la Striscia di Gaza e Hezbollah che lancia razzi a pioggia dal Libano, da Israele accerchiata il bollettino del secondo giorno di guerra aggiorna la sua drammatica conta. In base a quanto riferisce l’emittente Channel 12, sarebbero oltre 350 le persone – tra cui 30 militari – che hanno perso la vita in Israele a causa dell’attacco sferrato dai miliziani di Hamas. E circa 1900 quelle che sono rimaste ferite, molte in modo grave.

Israele sulla linea del fuoco, il bollettino aggiorna la sua drammatica conta. Gli ostaggi

Infine, secondo quanto riferisce il Jerusalem Post su X, i dispersi sarebbero 750. E intanto, al tragico elenco delle vittime di una due giorni di terrore e sangue, si aggiunge il dramma degli ostaggi: dei numerosi soldati e civili israeliani che rapiti e portati sulla Striscia di Gaza. Vite sequestrate e in pericolo, con l’ala militare di Hamas che sostiene di aver nascosto gli ostaggi, più o meno un centinaio, «in tunnel segreti e case sicure».

Israele muove i tank contro Hamas a Gaza,. Ostaggi in tunnel segreti e «case sicure»

Non solo. Mentre l’operazione “Diluvio al-Aqsa”, lanciata ieri dai militanti palestinesi non si ferma dopo l’inevitabile reazione di Tel Aviv, che per tutta la giornata ha martellato la striscia di Gaza con bombardamenti condotti dall’aviazione, il gruppo di Hamas ha annunciato che «entro poche ore» comunicherà il numero dei cittadini israeliani presi in ostaggio. Lo hanno riferito le Brigate di al-Qassam, il braccio armato di Hamas che ha sferrato il sanguinoso attacco contro Israele, ferocemente in corso. Così, mentre le forze armate israeliane annunciano di primo mattino di aver colpito 10 obiettivi di Hamas, compreso il quartier generale dell’intelligence, dal Wall Street Journal – che cita funzionari egiziani – trapela che le autorità israeliane avrebbero chiesto all’Egitto di mediare con Hamas per cercare di ottenere il rilascio dei cittadini presi in ostaggio durante l’assalto palestinese.

Il dramma degli ostaggi: Hamas comunicherà «entro poche ore» il numero delle persone sequestrate

E intanto, mentre si cerca di mettere in salvo e scongiurare nuovi sequestri, i residenti israeliani delle comunità al confine settentrionale del Paese sono stati avvertiti di evacuare l’area per timori di una possibile escalation con in miliziani di Hezbollah che si trovano nella zona. E negli stessi drammatici momenti, proprio dall’Egitto arriva un’altra tragica notizia: un gruppo di turisti israeliani è stato attaccato ad Alessandria d’Egitto, mentre si trovava a bordo di un autobus. Lo riportano media arabi, citati da Haaretz, sottolineando che due israeliani sono morti. Il ministero degli Esteri israeliano, riportano i media, sta verificando la notizia.

Scontri tra Hamas e le Forze di difesa israeliana (Idf) in sette zone al confine tra la Striscia di Gaza e Israele

Sulla linea del fuoco, Hamas e le Forze di difesa israeliana (Idf) si stanno affrontando in sette zone al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Si tratta di Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Kfar Aza, Be’eri, Yeted e Kissufim. Le forze di difesa israeliane, ha spiegato il portavoce dell’Idf, il tenente colonnello Richard Hecht, in un briefing, hanno «ripreso il controllo di 22 località nel sud» che erano state invase dai militanti di Hamas. Ma li stanno ancora affrontando in otto località. L’obiettivo principale, ha spiegato Hecht, è quello di confermare che «quelle comunità sono libere da terroristi».

La riunione tra Netanyahu, il ministro della Difesa e il capo dell’Idf

In queste ore, infine, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta tenendo una riunione per valutare la situazione della sicurezza. Un vertice presso il quartier generale dell’Idf, le Forze della difesa israeliana, a Tel Aviv. All’incontro sono presenti anche il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi. E con loro, altri alti funzionari della sicurezza. Prima del vertice, Netanyahu si è rivolto ancora una volta al popolo ebraico spiegando in un post su X cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni come conseguenza dello stato di guerra in cui si è trovato coinvolto Israele. E per il quale sono state richiamate centinaia di migliaia di riservisti.

Il messaggio del Primo ministro ai cittadini

Nel suo messaggio serale, dunque, il Primo ministro ha affermato che il suo Paese si sta «imbarcando in una guerra lunga e difficile. Imposta da un attacco omicida di Hamas«. «La prima fase della guerra – ha poi aggiunto – prevede la distruzione della maggior parte delle forze nemiche che si sono infiltrate in Israele. E che hanno ucciso civili e soldati. Israele ha anche lanciato un’offensiva a Gaza e continuerà senza esitazione e senza tregua, fino al raggiungimento degli obiettivi».

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