Le toghe di Catania “scaricano” la Apostolico. Imbarazzo: “Delegittima la categoria”. Il retroscena
Le bocche sono cucite, ma nei corridoi del Tribunale di Catania, of record, i colleghi della giudice Iolanda Apostolico sono imbufaliti, imbarazzati . Il retroscena rivelato dal Corriere della Sera è molto illuminante. Il video che la mostra nella manifestazione dell’ultrasinistra di Catania del 2018 sta tendedo banco. Il filmato è stato pubblicato dal viceministro Salvini. FdI vuole andare a fondo e ha depositato un’interrogazione al ministro Nordio. Perché la liberazione dei tunisini dal Cpr di Pozzallo a seguito della sentenza della Apostolico non appare in spirito con la terzietà che si richiede a chi ricopre la sua funzione. Si è trattato della sconfessione di una norma del governo “mossa da impostazione ideologica”, è il giudizio espresso nell’interrogazione. La dottoressa Apostolico non risponde e si trincera dietro un “Sto lavorando”, quando la cronista del Corriere tenta di raggiungerla telefonicamente. Ma sono i suoi colleghi, a denti stretti, a manifestare profondo imbarazzo.
I colleghi della Apostolato (sotto anonimato) sono imbufaliti
Dietro anonimato ammettono: “È vero che la legge non ci vieta di partecipare alle manifestazioni pubbliche o di esprimere le nostre opinioni. Ma noi abbiamo il dovere di apparire e non solo di essere imparziali”. Parole pesanti che lasaciano intendere la gravità di quelle immagini che mostrano una giuidce partecipa a una manifestazione pro-migranti (e anti-Salvini) nel 2018. Nessuno commenta ufficialmente. “Né l’Anm etnea, che pure, subito dopo le critiche sollevate dalla decisione sui quattro tunisini, aveva preso con nettezza le difese della Apostolico; né il presidente del tribunale Francesco Mannino, fuori città per lavoro. A fare rumore solo la nota “ipocrita” dell’Anm nazionale che invoca il rispetto della vita privata dei giudici. Di privato, in realtà, c’era poco nel caso specifico: si trattava di una manifestazione pubblica. Per questo i giudizi verso la collega non sono benevoli. Nei corridoi si respira aria pesante e c’è chi parla di «delegittimazione» della categoria».
L’ammissione dei colleghi: “La giudice era lì”: retroscena del “Corriere”
E’ l’ammissione che la Apostolico era lì. “Ai colleghi più vicini la giudice ha raccontato di essere andata al porto perché sapeva che tra gli organizzatori dell’iniziativa c’erano associazioni cattoliche; di aver assistito alle cariche della polizia e di essersi frapposta tra manifestanti e agenti per evitare ulteriori scontri”, riporta il quotidiano di via Solferino. Va segnalato che il numero uno dell’Anm, Santalucia, intervenuto a Otto e Mezzo, ha difeso la Apostolico arrampicandosi sugli specchi: “Perché dopo cinque anni tirar fuori quel video”, ha detto, affermando: “Non è militanza politica ma partecipazione alla vita pubblica. Il magistrato non lo può fare? Dove lo rinchiudiamo?». Già, peccato .- come gli ha mandato a dire FdI- che tale rifesa a riccio del “privato” arrivi dopo che per decenni è andato in onda lo “sputtanamento” di politici del centrodestra spiati dal “buco della serratura”.
Renzi: “Scandaloso un magistrato in piazza con gente che urla contro i poliziotti”
Il tutto fa comunque serpeggiare il fatto che la categoria sta sì dalla parte della toga, ma si senta molto in imbarazzo per la vicenda, per quella presenza inopportuna nella piazza di Catania. Ricordiamo che l’iniziativa si chiamava «Un arancino per accogliere». Ad organizzarla Liberi e uguali, Potere al popolo e diversi movimenti aderenti alla Rete antirazzista. Sulla circostanza si segnale anche l’intgervento di Matteo Renzi. Pur dicendosi contrario alle politiche migratorie di Salvini, afferma: “Trovo scandaloso ch un magistrato vada in piazza per di più in mezzo a gente che urla slogan vergongnosi contro le forze dell’ordine”. Ora spetterà alla Cassazione decidere della bontà o meno della sentanza del Tribunale di Catania.