Luca Casarini al sinodo dei Vescovi: l’ex no global ha diritto di parola tra gli invitati da Bergoglio
Anche oggi Luca Casarini è stato uno dei volti più fotografati al Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano. L’ultimo non il solo, mistero buffo della chiesa di Bergoglio.
Il 57enne veneziano che il 6 dicembre saprà se verrà rinviato a giudizio dal tribunale di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è uno dei pochi, selezionatissimi «invitati speciali» della XVI Assemblea generale del Sinodo.
Chi ha un minimo di memoria e di dimestichezza con le cronache fatica a comprendere la ragione di una scelta così “sinistra”.
Papa Francesco era ancora vescovo a Buenos Aires quando il no global veneziano già si era reso protagonista di azioni non propriamente da modello di vita cattolica. Una vita lontanissima dalla Chiesa assieme ai suoi compagni anarchici, ma anche dalla legalità. Nel 1997, inaugurava l’Osteria dello Sbirro morto” per poi precisare che non c’era niente di male nel nome. Tra una goliardata e un’incursione violenta con le sue “tute bianche” ha accumulato molte denunce e poche benedizioni. Anzi. Ma è l’ultima versione di Casarini, quella di soccorritore di migranti in mare con la sua nave Mediterranea (finanziata anche dal governo tedesco) ad avere conquistato il pontefice argentino.
Luca Casarini è indagato per un bonifico da 125mila euro per raccogliere i migranti illegali
«Ci sono alcuni gruppi di persone che si dedicano a salvare gente nel mare. Ho invitato uno di loro a partecipare al Sinodo. Loro ti raccontano delle storie terribili». Papa Francesco aveva annunciato con queste parole, di ritorno da Marsiglia, la partecipazione di Luca Casarini, sorprendendo non poco i reporter con qualche capello bianco e un filo di memoria.
Ma non serve neanche avere tanta memoria. Basta leggere le cronache dei quotidiani. Il 56enne attivista veneto, più volte candidato e altrettante volte “trombato” con liste di estrema sinistra, ha infatti corso anche un pesante procedimento penale. La Procura di Ragusa ha chiesto di mandarlo a processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Reato aggravato per trarne profitto, cioè un bonifico di 125mila euro per «servizi resi in acque internazionali», ricevuti da una società danese per sbarcare 27 migranti dalla loro petroliera («Domani a quest’ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi» si legge nelle intercettazioni).
Casarini, che ha consacrato la sua partecipazione al Sinodo con un’intervista ad Avvenire, avrà diritto di parola (ma almeno non di voto). Farà un intervento per testimoniare la sofferenza dei migranti e la battaglia di chi li soccorre per mare. Chissà se, con l’occasione, farà sapere di che marca era lo champagne.