Lucano condannato a un anno e 6 mesi in appello, ribaltato il primo grado. FdI: “Colpevole politicamente”
Assolto da quasi tutti i reati Domenico ‘Mimmo’ Lucano. L’ex sindaco di Riace è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. Una sentenza, quella della Corte d’appello di Reggio Calabria, che cambia radicalmente la precedente, quella emessa dal Tribunale di Locri, che aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Esulta la sinistra tutta.
Antoniozzi: “Non si può assolvere un modello di accoglienza sbagliato e insostenibile”
I giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria hanno stravolto la sentenza di primo grado nei confronti di Mimmo Lucano. Un processo su cui si è a lungo discusso per un modello di accoglienza dei migranti che fu giudicato colpevolmente, come favoreggiamento dell’immigrazione. I giudici di Reggio lo hanno assolto per reati come associazione a delinquere, truffa e peculato, condannandolo solo per falso. Se per gli esponenti di sinistra “giustizia è fatta”, a destra ben diverso è il giudizio. Per il vicepresidente della Camera Antoniozzi l’ex sindaco di Riace sia «colpevole politicamente». L’esponente di FdI si sofferma sul modello che tale sentenza che ribalta l’appello porta con sé.
Lucano, Antoniozzi: “Un modello imposto. A Riace fu poi eletto un sindaco leghista”
«A Mimmo Lucano auguro che la Cassazione cancelli anche la condanna residua- premette- . Ma lui è colpevole politicamente di avere proposto un modello di accoglienza insostenibile. La condanna di primo grado – prosegue – mi era sembrata sproporzionata in un Paese nel quale spesso per omicidi si prendono pene irrisorie. Ma, ripeto, sarei felicissimo sinceramente se Lucano fosse assolto al terzo grado. Quello che non si può assolvere è un modello politico del tutto sbagliato, insostenibile. E peraltro all’epoca promosso dal Pd che, successivamente, fece finanche finta di conoscere l’ex sindaco di Riace. Se nel suo Paese, dopo di lui, è stato eletto un sindaco leghista – ricorda Antoniozzi- significa che quel tipo di integrazione era imposta e non accettata».