L’Ue si sveglia sui migranti. Von der Leyen: “Chi è una minaccia deve essere espulso”
L’attentato di Bruxelles imprime una drammatica accelerazione al dibatto europeo sul contrasto all’immigrazione illegale, a partire dal tema delle espulsioni. Intervenendo al fianco del premier belga, Alexander De Croo, e di quello svedese Ulf Kristersson, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, dopo la commemorazione dei due tifosi svedesi uccisi da Abdesalem Lassoued, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, parlando dei migranti illegali, ha affermato che “la Commissione europea ha proposto che, se una persona è considerata una minaccia per la sicurezza nazionale, gli Stati membri abbiano il potere di obbligarla a partire”. Una modifica che va approntata “urgentemente”.
Il tema della sicurezza posto da Meloni al Consiglio europeo straordinario
Il tema dei rischi per la sicurezza legati all’immigrazione illegale era stato posto con forza dal premier Giorgia Meloni, nel corso del Consiglio europeo straordinario convocato in videoconferenza sull’attacco di Hamas a Israele e all’indomani dell’attentato di Bruxelles. L’attentatore di Bruxelles, ha ricordato Meloni in quella sede, “sbarcò nel 2011 illegalmente in Italia, a Lampedusa, come già successo per altri attentati in passato. Per questo – ha sottolineato il premier parlando ai partner europei – ho più volte cercato di accendere i riflettori su fatto che l’immigrazione di massa può portare a gravi rischi anche per la sicurezza in Europa. Quindi – ha avvertito – non deve esserci più spazio per titubanze, ne va della sicurezza dei cittadini europei”.
Ursula von der Leyen: “I Paesi di origine devono riprendersi chi non ha diritto all’asilo”
“Troppo spesso ciascuno Stato membro, da solo, inizia a negoziare con i Paesi di origine e di transito” accordi di rimpatrio dei migranti, mentre “come Unione europea abbiamo molto più influenza”, ha detto von der Leyen, sottolineando che in cambio degli investimenti che l’Ue è pronta a fare, “i Paesi di origine e di transito devono assumersi la responsabilità dei loro cittadini, il che significa che se li devono riprendere”, quando non hanno diritto di asilo nell’Ue. “La terza cosa sulla quale dobbiamo lavorare – ha aggiunto – è il lato operativo: servono molte più operazioni congiunte, per esempio attraverso Frontex, che è uno strumento comune europeo”.
Il premier belga: “Gli Stati membri hanno bisogno di più strumenti”
De Croo ha ricordato che nell’attacco terroristico avvenuto lunedì sera a Bruxelles “uno degli elementi decisivi è che la persona che lo ha effettuato era una persona che proveniva dall’immigrazione illegale”. “È una cosa che dobbiamo affrontare e l’unico modo per farlo è farlo in modo coordinato”, ha aggiunto, rivendicando che gli Stati membri dell’Ue hanno bisogno di “più strumenti” per rimpatriare chi richiede asilo e non lo ottiene, perché non ne ha diritto. Per questo, occorrono “più accordi di rimpatrio” con i Paesi di origine, senza i quali è impossibile rimpatriare le persone. L’Ue “non è seconda a nessuno per gli aiuti al nostro vicinato”, ma questi aiuti, ha sottolineato il premier belga, non possono essere “senza condizioni”.
Il premier svedese: “Alzare le misure di sicurezza per proteggere le società libere”
“Noi non rinunciamo ai nostri valori. Essere fermi sulla democrazia, l’apertura e la libertà richiede di essere fermi sulla sicurezza. Bisogna alzare le misure di sicurezza per proteggere le società libere e democratiche. E dobbiamo poter proteggere i nostri confini, sapendo chi è presente legalmente e chi illegalmente”, ha sottolineato anche Kristersson.