Ma quale pazzo: chi è l’egiziano col Corano che ha pestato i passanti. Piantedosi: difficile prevenire lupi solitari

16 Ott 2023 14:13 - di Martino Della Costa
egiziano Milano

Altro che pazzo isolato. Ma quale senzatetto in stato di alterazione: il 33enne egiziano che sabato pomeriggio a Milano, in tunica islamica e col Corano in pugno, ha aggredito a mani nude in Viale Monza tre malcapitati passanti è stato arrestato e spedito a San Vittore dalla Digos per «incitamento alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Lo rende noto, tra gli altri, Libero in edicola oggi. Che spiega come e perché «l’ipotesi di semplici “lesioni aggravate”, per cui è stato denunciato a piede libero, è stata sorpassata». Un caso che rilancia l’allarme di questi giorni, e i riflettori accesi sul rischio di pericoli anche più insidiosi. Un contesto su cui è intervenuto ancora una volta il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il quale, intervenendo al convegno organizzato da Coisp e Inmp, intitolato Migrazioni: affrontare le sfide e accogliere le opportunità, ha ribadito la necessità di «tenere alta l’attenzione»… Ma procediamo con ordine.

Ecco chi è l’egiziano col Corano in mano che ha aggredito 3 passanti a Milano

Dunque l’egiziano che, liberamente a spasso per Milano, si è improvvisamente scagliato sui passanti, riversando su di loro una violenza gratuita e una furia incomprensibile. Prendendoli a calci e pugni al grido di «Allah Akbar». Insomma, il fanatico islamico 33enne protagonista della cronaca milanese, non solo “vanta” qualche precedente per reati legati all’immigrazione. Ma, secondo quanto riferisce il Libero quotidiano, «nel 2020 era anche stato espulso dall’Italia perché irregolare». Di più. Il caso dell’egiziano che in rigorosa tenuta “islamica” e al grido di battaglia coranico, ha pestato due italiani e un ecuadoriano. Una vicenda che sulle prime è passata come un episodio di follia metropolitana legata a un soggetto in stato di alterazione, è in realtà più articolata e complessa di quanto i buonisti di sinistra vorrebbero far passare.

L’egiziano col Corano? Un ex scafista arrestato e espulso tre anni fa ma a spasso per Milano

Come scrive Libero, infatti, «l’uomo è uno dei tanti, troppi, immigrati accolti a braccia aperte nel nostro Paese da Pd e compagni». Insomma l’ennesimo caso di «risorsa che risorsa non è». Non per niente, «nei database delle forze dell’ordine risulta, a suo carico, un arresto nel 2014 a Pozzallo, uno dei porti siciliani più frequentati dai migranti», sospettato di essere uno scafista. Ma considerarlo tale non deve essere bastato perché le autorità preposte e il governo di centrosinistra, allora in carica, lo rispedissero in Egitto. E così, nonostante il questore di Milano avesse firmato 3 anni fa un ordine di espulsione, l’egiziano ha continuato a rimanere beatamente nel Bel Paese.

Dopo il raid di viale Monza cambia il capo d’imputazione: indaga la Digos

Persino quando, nel luglio scorso, come riferisce sempre Libero – ben prima dei cinque anni previsti dal provvedimento – «è stato fermato durante dei controlli a campione a Milano. E dunque arrestato per la violazione della misura cui era stato sottoposto». Ma anche in quel caso, nessun rimpatrio per Ibrahim. Giudicato per direttissima, l’uomo anche in quella circostanza se l’era cavata con il semplice obbligo di firma. Oggi però, alla luce di tanti e tali precedenti. E, soprattutto, considerando che in queste ore l’egiziano sarà processato per direttissima (per la seconda volta), gli uomini della Digos allargano lo spettro dell’indagine con ricerche e approfondimenti. Tanto più che secondo la Questura di Milano l’islamico ha mostrato «una certa ostilità nei confronti del mondo occidentale».

Allarme infiltrazioni di radicalizzati, Piantedosi: non una minaccia concreta, ma teniamo alta l’attenzione

Del resto, come anticipato in apertura, ancora oggi il ministro Piantedosi, interpellato su minacce terroristiche nel nostro Paese. Possibili infiltrazioni di lupi solitari negli sbarchi di clandestini. E operazioni preventive in tema di sicurezza, ha nuovamente sottolineato: «Non abbiamo elementi di segnalazione di una minaccia concreta. È doveroso da parte mia rassicurare. Abbiamo una situazione internazionale difficile che, come la storia ci insegna, può avere ripercussioni. E quindi dobbiamo mantenere alta l’attenzione». Aggiungendo a stretto giro che: «C’è un margine di minaccia che è difficile prevenire, come i lupi solitari e le emulazioni, non abbiamo motivo di preoccuparci nell’immediatezza ma dobbiamo tenere alta la guardia».

«Difficile prevenire i lupi solitari e le emulazioni»

Pertanto, anche in riferimento a quanto stabilito nel Consiglio dei ministri odierno, Piantedosi in conclusione ha aggiunto: «In manovra ci saranno stanziamenti significativi per il rinnovo del contratto delle forze di polizia. Oggi nel Cdm c’è stata una chiara indicazione della premier, in cima alla lista c’è il comparto sicurezza e difesa. È un giusto e doveroso riconoscimento a chi fa questo lavoro, con la crisi migratoria e quella internazionale in atto. E al Cdm c’è stata totale unanimità».

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