Medio Oriente, le mosse di Usa e Russia: Biden vola in Israele, Putin si offre come mediatore
Joe Biden partirà oggi per il Medio Oriente e sarà domani in Israele e poi in Giordania. La conferma della missione del presidente americano è arrivata in mattinata, dopo che alcune indiscrezioni erano già trapelate. Sulla scena diplomatica ora si fa presente in prima persona anche Vladimir Putin, che ha avuto la prima conversazione telefonica con il premier israeliano Benjamin Netanyahu dall’inizio del conflitto.
Putin si offre come mediatore: la telefonata con Netanyahu
La Russia, ha detto Putin a Netanyahu, è al lavoro per “contribuire a normalizzare la situazione, prevenire un’ulteriore escalation di violenza e una catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza”. Secondo quanto riferito dal Cremlino in una nota, Putin ha informato Netanyahu dei punti salienti dei colloqui avuti con il leader palestinese, Mahmoud Abbas, e con i presidenti di Egitto, Iran e Siria e ha espresso “sincere condoglianze” per le vittime israeliane, sottolineando la sua “forte condanna” per qualsiasi azione che prenda di mira la popolazione civile, “comprese donne e bambini”. “È stata confermata – ha fatto sapere una nota del Cremlino – la disponibilità della parte russa a continuare a condurre un lavoro mirato con l’obiettivo di porre fine allo scontro israelo-palestinese e raggiungere una soluzione pacifica attraverso mezzi politici e diplomatici”.
La risposta del premier israeliano: “Andremo avanti fino all’eliminazione di Hamas”
Secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano Haaretz, Netanyahu avrebbe confermato a Putin di essere deciso a proseguire l’offensiva nella Striscia di Gaza fin quando non avrà eliminato le capacità militari e governative di Hamas. “Israele è stato attaccato da assassini vili e crudeli e ha risposto, determinato e unito, lanciando una guerra contro Hamas”, sono state le parole di Netanyahu a Putin, riportate dal giornale.
La visita di Biden in Israele e Giordania
La situazione a Gaza sarà anche al centro della visita di Biden, che sarà volta, sì, a ribadire il sostegno Usa a Israele, ma anche a ribadire la necessità di aprire agli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza e di salvaguardarla il più possibile dagli attacchi. Ieri Biden aveva lanciato una sorta di altolà a Tel Aviv, avvertendo che occupare la Striscia sarebbe “un grosso errore”. La Casa Bianca ha fatto sapere che la missione del presidente Usa, che arriva dopo quella del segretario di Stato Antony Blinken, sarà finalizzata a “dimostrare il suo fermo sostegno a Israele di fronte al brutale attacco terroristico di Hamas e per consultarsi sui prossimi passi”. Secondo quanto ricostruito dal Washington Post, dietro al semaforo verde alla visita c’è, però, proprio l’assenso di Israele a consentire un pacchetto di misure umanitarie per Gaza.
La mediazione Usa per far arrivare aiuti alla popolazione civile di Gaza
Nelle scorse ore Blinken, a seguito della sua missione, ha annunciato che Israele e Usa hanno trovato un accordo per un piano che consenta di inviare aiuti ai civili di Gaza e che il tema sarà oggetto dei colloqui tra Biden e Netanyahu. Un obiettivo raggiunto con un notevole sforzo diplomatico da parte degli Usa, che hanno messo sul piatto il fatto che un passo di questo genere è necessario a Israele per mantenere il solido appoggio della comunità internazionale nell’obiettivo di sradicare Hamas. Il segretario di Stato ha chiarito, durante un punto stampa all’ambasciata Usa di Gerusalemme, che la visita di Biden ha cinque obiettivi: ribadire il pieno sostegno a Israele; mandare un monito a chi avesse in mente di approfittare del momento per attaccare lo Stato ebraico; lavorare al rilascio degli ostaggi; ricevere aggiornamenti sulle mosse militari che Israele vorrà compiere; capire in che modo “ridurre al minimo le vittime civili” e far arrivare gli aiuti ai civili, senza che siano intercettati da Hamas. In questo contesto, si è affacciata anche l’ipotesi di zone sicure per la popolazione.
I colloqui fissati ad Amman con re Abdullah, al Sisi e Abbas
Dopo la visita in Israele Biden andrà ad Amman, in Giordania, dove incontrerà re Abdullah, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Qui, ha chiarito la Casa Bianca in una nota, “ribadirà che Hamas non rappresenta il diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione e discuterà le necessità umanitarie dei civili a Gaza”. Secondo quanto riferito dal New York Times, la visita di Biden in Israele avrà l’effetto immediato di rinviare l’inizio dell’operazione di terra nella Striscia di Gaza di almeno 24 ore. Il quotidiano ha citato il portavoce dell’esercito israeliano, Jonathan Conricus, che alla domanda se l’arrivo del presidente americano inciderà sull’avvio dell’operazione ha risposto: “Dobbiamo aspettare e vedere”.
Gli Usa preallertano le truppe di stanza davanti all’Arabia Saudita
Intanto in Israele è arrivato a sorpresa anche il capo del Comando centrale americano, il generale Michael Kurilla, per un incontro con i vertici militari israeliani. “Son qui per assicurare che Israele abbia quello di cui ha bisogno per difendersi. E sono concentrato soprattutto perché si eviti che altre parti allarghino il conflitto”, ha detto Kurilla, mentre, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, i 2mila soldati Usa di stanza davanti all’Arabia Saudita sono stati preallertati per compiti definiti dal Pentagono “non di combattimento”. L’ipotesi è che possano svolgere le operazioni di evacuazione degli americani.