Meloni-Giambruno: Zan si rende ridicolo su X. Schlein tace. Chiara Valerio è la peggiore
Nelle reazioni al caso Meloni-Giambruno spiccano due elementi: il silenzio di Elly Schlein e le maligne inclinazioni del mondo Lgbtq+ o di chi se ne fa portavoce.
La prima non ha sprecato neanche una parola. Non era obbligata, certo. Ma il suo silenzio parla da sé. Eppure era stato molto loquace uno dei suoi fedelissimi, Marco Furfaro, nel commentare i fuorionda sessisti rubati da Striscia. La verità è che la fulminea presa di posizione di una leader decisionista anche nel privato ha spiazzato tutti quelli che preparavano ricami velenosi sulla vicenda. Tutti quelli/e pronti con acido puntiglio a chiedere: “Lei condivide ecc. ecc.” . Meloni ha messo al riparo partito e governo dagli schizzi di fango. E non vi è chi non veda che l’affare è anche tutto politico, visto che accadde lo stesso, e con la stessa trasmissione, ad un altro leader della destra, Gianfranco Fini.
Loquace invece, anche troppo, Alessandro Zan che ha chiesto via social alla destra e al governo di lasciare in pace “le famiglie che vogliono stare insieme”. Sono quelle arcobaleno, ovvio. Che ritengono ovviamente di essere perennemente nei pensieri di tutti noi anche se ciò non corrisponde affatto alla realtà. Che assurgono a modello di amore e devozione contro la famiglia tradizionale che si sfascia. Laddove per tradizionale loro intendono quella formata da un uomo e una donna e non quella fondata sul matrimonio. Strizza l’occhio a questa deriva, secondo cui il governo difendendo la famiglia lede i diritti di scelte altrui, anche Giuseppe Conte, che parla di modello “Mulino bianco” che non si può imporre. Che scoperta: sono decenni che non è più imposto. Decenni che le coppie si separano ma anche che si uniscono e decidono di fare figli. Che cosa disturba tanto in questa pratica? perché questa furia demolitoria prendendo a pretesto una separazione, se pur attenzionata da tutti i media europei?
L’impressione è che sotto sotto ci sia una gran voglia di far festa perché il modello tradizionale non ha retto. Che poi, si potrebbe dire che anche quello della famiglia arcobaleno non regge visto l’annuncio recente di Tiziano Ferro che si è lasciato col compagno. Che non è stato il primo e non sarà l’ultimo di questo tipo. A nessun politico viene in mente che l’arma del gossip per colpire l’avversario è una pratica gaglioffa? No. Ci si concentra sulla famiglia “tradizionale”.
La vetta del cattivo gusto la raggiunge la scrittrice Chiara Valerio, che deve essere davvero avvelenata per scrivere ciò che ha scritto oggi nel suo pezzo dal titolo “Il presepe infranto”, vivisezionando il post in cui Giorgia Meloni annuncia la fine della relazione con Giambruno. A lei non è piaciuto ma su X ha avuto il like di Elon Musk e di altre 30mila persone. A Chiara Valerio invece non va bene niente (non che importi a qualcuno, il suo parere, ma di certo è un segnale): i verbi, gli aggettivi, il fatto che nomini la figlia, che parli della sua maternità. E poi quel definire di Giambruno come “portatore di pene”.
Fino alla chiusa choc sulla famiglia-presepe: “Il presepe è più ampio di un uomo, una donna e un bambino, è una delle più belle storie del mondo. Non togliamo i mercanti, i sonnolenti, i pellegrini, le donne e gli uomini non accompagnati o accompagnati come non ci aspettiamo, le palme, gli animali e le pozze, non togliamo le stelle e gli escrementi dal presepe rendendolo il luogo dove nessuno può vivere”. Ma che accostamento è? Il presepe, riproduzione di uno spazio sacro, ha gli escrementi? Ma che rispetto è di chi non pensa i suoi stessi illogici deliri? Infine ci sarebbe Annalisa Cuzzocrea. In questo caso, ci fermiamo al titolo: “Dio e famiglia non funzionano più”. Altro non è da concedere alla retorica malmostosa della Stampa.