Open Arms, fermo amministrativo di 20 giorni e multa fino a 10mila euro. Il piagnisteo della Ong
Fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 3 a 10mila euro per la Open Arms dopo lo sbarco a Marina di Carrara. Per la seconda volta da agosto l’imbarcazione vìola allegramente le regole sul divieto di salvataggi multipli, contenuto nel decreto del governo. A rendere nota la notizia è la stessa Ong. Al termine dello sbarco dei 176 naufraghi (tra cui 100 minori non accompagnati), il capitano della nave e la capo missione “sono stati ascoltati per oltre 6 ore dalle autorità competenti. Per una ricostruzione di quanto avvenuto durante la missione”. Al termine del colloquio sono scattati il fermo e la multa.
Open Arms, fermo amministrativo e multa fino a 10mila euro
Sabato scorso Open Arms ha effettuato tre diverse operazioni di soccorso in acque internazionali. A bordo delle prime due imbarcazioni c’erano 33 e 36 persone. “Viaggiavano in condizioni di pericolo e senza equipaggiamento di salvataggio”, dicono dall’Ong. Dopo aver terminato i primi due soccorsi e aver ricevuto l’indicazione del porto da parte delle autorità italiane, la nave ha ricevuto un mayday da Seabird (il velivolo di ricognizione di Sea-Watch), per un carretta del mare “sovraffollata e in pericolo”.
La ricostruzione della Ong: tutto in regola
“Il velivolo ci informava che la Open Arms era l’assetto navale più vicino all’imbarcazione in pericolo. E che non c’erano altri assetti nelle vicinanze”, continua la versione deall’Ong. “Abbiamo, dunque, informato le autorità competenti e ci siamo diretti verso il target che era a circa 20 miglia dalla nostra posizione (2 ore circa di navigazione)”. E ancora: “Arrivati sul posto, ci siamo trovati di fronte a un gommone sgonfio e sovraccarico. Con a bordo 109 persone, 94 delle quali minori non accompagnati”, aggiungono da Open Arms. Il team ha messo in sicurezza i naufraghi. E ha effettuato il trasbordo delle persone sul ponte della nave. Sempre informando in tempo reale le autorità italiane che non hanno mai fornito una risposta a nessuna delle mail inviate”. Terminato il salvataggio la nave si è diretta verso il porto di Genova, inizialmente assegnato dalle autorità italiane. E successivamente modificato in quello di Marina di Carrara.
“Abbiamo fatto il nostro dovere…”
Neanche a dirlo da Open Arms giudicano inaccettabile il fermo “per aver fatto il nostro dovere”. Lo schema difensivo è quello di rito, un ritornello a metà strada tra gli attacchi frontali al governo tiranno e la favola dell’accoglienza senza se e senza ma. “Tutte le persone soccorse erano in condizioni di estrema vulnerabilità, provate fisicamente e psicologicamente. Affronteremo anche questo fermo e le conseguenti spese legali, convinti di essere dalla parte giusta delle storia”.
Salvini posta foto della sinistra ululante a Catania
Intanto Matteo Salvini su Twitter posta un video con le immagini delle manifestazioni dell’estrema sinistra al porto di Catania del 25 agosto 2018. “Io ero vicepremier e ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla ‘assassini’ e ‘animali’ in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…”.