Razzo colpisce la base Onu in Libano, nessun italiano ferito. Crosetto: “Situazione grave”
Un razzo ha colpito il quartier generale della missione dell’Onu nel sud del Libano Unifil a Naqoura. “Stiamo lavorando per verificare da dove è stato lanciato. I nostri ‘caschi blu’ non erano nel sito al momento, fortunatamente nessuno è stato ferito”, recita una nota del contingente Unifil. La missione dell’Onu a cui prendono parte anche 1103 militari italiani denuncia inoltre “un intenso scambio di fuoco oggi in diverse zone della Linea Bli fra i territori libanesi e Israele. “Ci sono stati impatti su entrambi i versanti della Linea”.
“Continuiamo a impegnarci attivamente con le autorità di entrambe le parti della Linea per una de escalation della situazione ma sfortunatamente malgrado i nostri sforzi l’escalation militare continua”, si sottolinea. “Sollecitiamo tutte le parti coinvolte a cessare il fuoco e consentire a noi, come ‘caschi blu’ di aiutare a trovare una soluzione. Nessuno vuole vedere altre persone ferite o uccise”. “Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che attacchi contro i civili o contro il personale Onu sono violazioni del diritto internazionale che possono essere considerati come crimini di guerra”, conclude il comunicato.
Crosetto: “In caso di pericolo ritireremo i nostri caschi blu”
“La situazione resta quella di questi giorni, si tratta di un missile deviato, che non ha causato alcun danno. Non era un missile lanciato sulla base. Ma la situazione rimane grave“, dichiara all’Adnkronos il ministro della Difesa Guido Crosetto, a proposito del razzo che ha colpito il quartier generale della missione dell’Onu nel sud del Libano Unifil.
L’esponente di Fdi assicura che il suo ministero e il governo “mantengono la situazione sotto controllo, monitorando ogni minuto l’evolversi delle cose. E qualora ci fossero pericoli come quelli ieri hanno determinato la mia scelta di far rientrare in Italia i carabinieri della missione addestrativa di stanza a Gerico, verrà fatta la stessa cosa. Se i nostri contingenti fossero in pericolo – osserva il titolare della Difesa – la scelta sarebbe scontata, anche perché i nostri militari sono lì, in Libano, con regole di ingaggio molto chiare che non prevedono né la preparazione né l’attrezzatura per qualcosa di diverso da Unifil, che è un’operazione di monitoraggio”.
Per quanto riguarda l’allarme sicurezza lanciato per la festa delle Forze armate del 4 novembre, Crosetto ribadisce: “Le celebrazioni istituzionali non sono problematiche, sto ragionando e ragioneremo nelle prossime settimane sull’evento che si tiene normalmente al Circo Massimo e che vede la partecipazione di moltissime persone”.