Rebus Ostaggi: Hamas annuncia il possibile rilascio di altre due donne. Israele: solo guerra psicologica
La battaglia a Gaza si combatte anche sul fronte della liberazione degli ostaggi. Gli sviluppi delle ultime ore, con il rilascio delle di madre e figlia americane, ha fatto intravedere uno spiraglio di luce in fondo a un tunnel buio e angoscioso. Ma oggi, con il tempo che passa e stringe, la morsa sui rapiti non allenta la sua presa. E quello spiraglio si restringe alla luce di una finestra schiusa da un annuncio dei miliziani di Hamas di liberare altre due donne. Un rilascio che seguirebbe le stesse procedure di attuate per le due cittadine americane. Un annuncio e una proposta che però Israele non ha considerato una svolta. «Solo guerra psicologica», ha risposto subito la difesa israeliana, aggiornando ancora una volta il numero degli ostaggi: almeno 212».
Hamas annuncia di poter liberare altri due ostaggi. Ma Israele ribatte: «Solo guerra psicologica»
Sì, perché sono 212 i cittadini israeliani in ostaggio di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha confermato nel corso di una conferenza stampa il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Daniel Hagari, spiegando che le famiglie sono state informate. Il numero delle persone sequestrate non è definito, ha precisato Hagari nel briefing, spiegando che i militari stanno indagando su altre persone che risultano disperse. Intanto, mentre sembrava che fosse imminente il rilascio di altre due persone –due donne, per motivi umanitari – Tel Aviv decide di non prendere in considerazione l’annuncio delle brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas.
Un rebus ancora tutto da decifrare
Lo riferisce il sito del Tgcom24 aggiornando sulla guerra parallela in corso a Gaza. Quella che coinvolge gli ostaggi rapiti nel sanguinoso attacco del 7 ottobre, e scomparsi dal quel giorno. Avvolti in una spirale di orrore e buio. Secondo il sito citato, in base all’annuncio dei miliziani palestinesi per le due prigioniere ancora nelle mani di Hamas «sarebbero state seguite le stesse procedure per la liberazione delle americane Judith e Nathalie Raanan, senza chiedere nulla in cambio. Ma Tel Aviv si è rifiutata: nessuna nuova svolta. Solo guerra psicologica, ha risposto subito la difesa israeliana».
Hamas ha fatto sapere tramite un portavoce a Beirut che si lavora per liberare i civili, ma i militari no
Un rebus ancora tutto da decifrare. «Hamas – prosegue il Tgcom24 – ha fatto sapere tramite un portavoce a Beirut che si lavora per liberare i civili, ma i militari no, con contatti in corso con l’Egitto e soprattutto con il Qatar». Con Doha epicentro delle trattative, «principale mediatore che da anni – conclude il Tgcom24 – consapevoli Israele e l’occidente, tiene i contatti con Hamas». E proprio sulla situazione degli ostaggi, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato da Monica Maggioni a In Mezz’ora su Rai Tre, si è detto «preoccupato per gli ostaggi, i 19 italiani a Gaza e le numerose famiglie di nostri connazionali nel nord di Israele».
Tajani: «Preoccupati per gli ostaggi: i 19 italiani a Gaza, e le numerose famiglie di connazionali al confine con il Libano»
«La prima preoccupazione è liberare gli ostaggi, ce ne sono anche due italo-israeliani. Poi ci sono un gruppo di 19 italiani a sud di Gaza, che speriamo di poter far uscire quanto prima», ha spiegato Tajani. Inoltre «c’è una situazione di grande tensione nel nord di Israele. Alcuni villaggi andranno evacuati e anche qui ci sono numerose famiglie di italiani», ha spiegato il ministro, sottolineando l’importanza di «evitare un’escalation». E proprio in tema di escalation, intanto, sale la tensione tra Israelee Libano, con Tel Aviv che avverte Hezbollah: «Se aprite un altro fronte colpiremo Iran e Libano».
Pressing degli Usa per ritardare l’operazione di terra a Gaza: la priorità sono gli ostaggi
Infine, il fronte della guerra degli ostaggi, vede gli Stati Uniti fare pressione su Israele perché ritardi la sua programmata operazione di terra sulla Striscia di Gaza, favorendo così i negoziati per il rilascio dei rapiti ancora in mano ad Hamas. E l’invio di aiuti alla popolazione palestinese. La Cnn riferisce il retroscena, sostenendo che «l’Amministrazione ha fatto pressione sulla leadership israeliana affinché ritardasse la sua operazione di terra dopo i progressi sul fronte degli ostaggi». Ma anche – ha detto una fonte informata sui negoziati – in risposta alla necessità di «far arrivare camion di aiuti a Gaza». ha detto una fonte informata sui negoziati. Una guerra che si combatte su più fronti, quella in corso in Medio oriente, non solo dal punto di vista geografico…