Schlein alla frutta, dopo l’estate militante, lancia l’autunno di mobilitazione. FdI: offende l’intelligenza degli italiani
Dopo l’estate militante, l’autunno di mobilitazione: quella ascoltata per circa un’ora alla Direzione dem è una Elly Schlein per tutte le stagioni. E per tutti gli auditori. La segretaria del Pd cerca di raccogliere i cocci di un partito disgregato dalle contestazioni interne, dalle fronde dei moderati, dai “pezzi persi” lungo il percorso da quando si è insediata al Nazareno. E così, provando a collegare i fili e a riconnettersi con la platea divisa tra sostenitori e dissidenti, fingendo di ignorare lo sconquasso in atto, nel suo discorso la Schein riparte da dove si era interrotta a giugno, quando per l’occasione disse «Vi propongo un’estate militante». E rilancia puntando a questo punto su un autunno di mobilitazione a cui chiama il Pd e che culminerà con la manifestazione dell’11 novembre.
Elly Schlein alla Direzione Pd lancia «l’autunno di mobilitazione»
Un autunno caldo, in vista della manovra, su cui la Schlein dovrà trovare con i suoi la quadra su cui far leva per tentare di legittimare il ruolo di principale partito d’opposizione che il M5S che fiata sul collo del Pd le insidia, nonostante i tentativi di avvicinamento esperiti e fin qui rimasti alla mera enunciazione. Così, la segretaria in Direzione delinea i passaggi in vista della manovra e sullo «snodo decisivo» delle elezioni europee. E con un occhio al cerchio, e un altro alla botte, si dimostra attenta agli umori interni cercando di blandire la platea con un passaggio, applaudito, sul sostegno a Kiev. Come pure ostentando una inesistente “condivisione” di vedute e obiettivi verso i potenziali alleati. Ma alla fine, l’unico punto fermo che riesce a delineare con chiarezza è l’individuazione dell’avversario da affrontare come un nemico. Da combattere a colpi di emendamenti. E tentando di chiamare a raccolta la piazza con l’ausilio della Cgil: il governo Meloni.
L’appello alla piazza e il no dei potenziali alleati
Già, perché sperare nei potenziali alleati politici, per aiutare a mobilitare le folle, è pura illusione: ieri sia i 5Stelle di Conte che Azione di Carlo Calenda hanno sdegnosamente rispedito al mittente gli appelli unitari della segretaria Pd. Facendo paventare per la battagliera Elly un autunno di mobilitazione “solitaria” tutt’altro che da stagione calda, nonostante le invettive e le strumentali recriminazioni sullo «scempio della sanità pubblica», e con buona pace degli ambiziosi obiettivi di smantellamento dell’impegno del governo su lavoro, crescita, caro vita, casa, nodi nevralgici su cui vorrebbe innevarsi l’opposizione di un frastagliato Pd. Insomma, la Schlein, ignorando sconquasso interno e il due picche arrivato dai possibili alleati, finge unità e prova a tirare dritto. Tanto la sua non proprio proverbiale capacità affabulatoria le consente anche di provare a mescolare le carte e tentare di tirare fuori un inesistente asso dalla manica.
La segretaria Pd tenta di scongiurare appellandosi alla Cgil
Così in Direzione lancia una serie di tappe per l’autunno Pd che dopo «l’estate militante, non smobilita ma rilancia». Dice la segretaria: «Il primo anno di governo Meloni si chiude con un autunno di mobilitazione e di proteste». E comincia a inanellare la sequela di appuntamenti in calendario: Intanto quella della Cgil di sabato 7 ottobre a cui il Pd partecipa, come allo sciopero del clima di domani. Domenica 8 ottobre, poi, ci sarà una mobilitazione sul salario minimo: «Abbiamo preso impegno con tutte le forze di opposizione che hanno sottoscritto il salario minimo di fare un grande “firma day” con banchetti in tutta Italia. E rilanciando la raccolta firme, ci servirà per arrivare più forti in Parlamento». Ci sarà poi un’iniziativa sulle politiche industriali con Stefano Bonaccini e il 27 ottobre a Venezia la presentazione del Piano casa nazionale. Per arrivare all’appuntamento clou: «Invitiamo tutti quelli che sentono l’esigenza di costruire una alternativa alla destra l’11 novembre».
Europee, la stoccata della Schlein alle altre forze di opposizione
Insomma, Elly Schein prova ad arringare la platea interna, ma sul fatto che riesca ad arruolare commilitoni e a squadernare consensi, i dubbi si affastellano. Tanto che è la stessa Schlein, in un passaggio del suo discorso in Direzione dedicato al rapporto con le altre forze di opposizione, a non poter evitare di prendere atto del niet ricevuto, ribadendo che «non inseguirà chi cerca con le polemiche di guadagnare qualcosa in più. Lo spirito sarà sempre unitario». E affrontando il tema delle europee, alzando il tiro del discorso, definisce «riduttivo» affrontare quell’appuntamento elettorale come «un derby tra alleati». «Non sono un conta dei rapporti di forza nel governo e nell’opposizioni», dice la numero uno del Nazareno, dove «si contendono a suon di distinguo voti tra potenziali alleati. Non è con questo spirito che noi le affrontiamo».
Poi però Elly Schlein getta l’ennesimo amo al campo largo della sinistra
«Noi – incalza gettando l’ennesimo amo – siam sempre disponibili a costruire l’alternativa alla destra». Ed ancora, ridimensionando la portata dei dissensi interni alla sinistra tutta, aggiunge: «Mai indugiare in polemiche o distinguo, perché sentiamo che la nostra gente ci chiede uno sforzo per convergenze su temi puntuali, concreti». Così Schlein prova a guardare oltre allo steccato e a puntare sulle amministrative del 2024: «La priorità è costruire l’alleanza vincente». Peccato che nel sottolinearlo, rimarca un isolamento sempre più tangibile. E manca di argomentare come organizzare la fatidica alternativa alla destra.
La replica di FdI alla Schlein, Lucaselli: «La segretaria Pd insulta l’intelligenza degli italiani»
Il resto, poi, è pura propaganda di partito. Quella che fa parlare alla Schlein di Nadef «inadeguata». Di «conti difficili che basta poco a far saltare». E di «una manovra priva delle risposte che servono per colpa dell’inerzia di un governo che ha passato un anno intero solo a piantare bandierine negli occhi dei più fragili». Un attacco che la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli non ha nessuna intenzione di lasciar cadere nel vuoto. Tanto che, replicando nell’immediato, puntualizza e ribadisce: «Accusando il governo Meloni di aver “piantato bandierine negli occhi dei più fragili”, Elly Schlein insulta l’intelligenza degli italiani».
Lucaselli, altro che bandierine: ecco i fatti
Non solo. «In questi primi dodici mesi – prosegue la Lucaselli – per citare alcune iniziative, l’esecutivo ha messo in campo un importante intervento sul cuneo fiscale, che ha assicurato più soldi in busta paga ai lavoratori. E che sarà confermato in manovra. Gli strumenti di aiuto alle famiglie e alle persone in difficoltà per affrontare il caro vita e l’inflazione sono stati salvaguardati. Così come sono stati introdotti benefici per chi assume i più giovani. Tutto questo in una congiuntura difficile e con un’eredità non proprio serena da dover gestire sul piano dei conti».
«Da Elly Schlein boutade ideologiche che alimentano scontri politici, anche nel campo dell’opposizione»
E ancora. «Comprendiamo che Elly Schlein e i suoi sodali avrebbero affrontato tutto introducendo nuove patrimoniali, e proseguendo la stagione dell’assistenzialismo elettorale – prosegue la Lucaselli –. Ma il centrodestra ha voluto, pur nella complessità del momento, ravvivare le energie produttive e occupazionali del Paese senza mettere le mani in tasca agli italiani. E i dati confermano che siamo sulla strada giusta. Se poi c’è qualcuno che fa politica con le bandierine – conclude togliendosi anche l’ultimo sassolino dalla scarpa la deputata FdI – , quello è proprio il Pd con la peggior guida di sempre: boutade ideologiche che alimentano scontri politici, anche nel campo dell’opposizione, e non portano da nessuna parte», conclude la Lucaselli, rimarcando un tutti contro tutti fine a se stesso, che vede nel Pd la prima vittima del fuoco amico.