Sfregio di Hamas, diffuso un filmato di 3 ostaggi con il messaggio per Netanyahu: hai fallito. Ora facci tornare (video)

30 Ott 2023 17:20 - di Lorenza Mariani
video ostaggi Hamas

Dopo il massacro e i sequestri, ora Hamas specula sulla pelle degli ostaggi per forzare sulla negoziazione per il loro rilascio e con l’occasione lanciare l’ultima offensiva sulla trattative. L’ultimo sfregio di Hamas sui 239 sequestrati arriva allora da un video che registra le immagini di tre donne rapite mentre chiedono al premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare un accordo per il loro rilascio in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi. Parole e toni, quelle delle tre israeliane rapite, su cui i miliziani che le hanno rapite speculano rimestando nell’orrore compiuto il 7 ottobre. E con un un messaggio che, nel video divulgato dalle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, mette in bocca a una delle tre prigioniere. L’appello, diffuso ad hoc e con tempismo perfetto, diventa un messaggio d’accusa rivolto al capo del governo israeliano.

L’ultimo sfregio di Hamas sulla pelle degli ostaggi: il video di 3 donne rapite e il messaggio a Netanyahu

«Fateci tornare ora! Netanyahu ha fallito sia politicamente, sia militarmente» dice allora una delle tre donne nel video. E subito dopo aggiunge: «Noi chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri». Quindi prosegue: «Appena due giorni fa si parlava di un cessate il fuoco e del rilascio di tutti, ma Netanyahu ha fatto marcia indietro». Parole forti, toni concitati, drammatiche accuse. «Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai  massacrato ancora abbastanza? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti», grida una delle tre donne in ostaggio rivolgendosi al premier israeliano Netanyahu nel video diffuso da Hamas (rilanciato sui social e postato di seguito dall’account X di Sky Tg24).

Nel video gli ostaggi gridano al premier: «Hai fallito. Facci tornare dalle nostre famiglie adesso!»

«Liberaci tutti, facci tornare dalle nostre famiglie adesso, adesso!», ha poi urlato la donna, perentoriamente. Grida di disperazione che si traducono in accuse sanguinose declinate allo scopo che si è prefisso Hamas divulgando quel video: mettere a segno una ennesima azione di «crudele propaganda psicologica». Motivo per il quale le reti televisive nazionali israeliane al momento si astengono dal rilanciare il video, quelle immagini, quelle parole estorte un un drammatico contesto di prigionia e terrore. «Si tratta di guerra psicologica di Hamas e dunque non è opportuno rilanciarla», ha osservato allora un giornalista della televisione pubblica Kan. E infatti, le emittenti, finora, si sono limitate a mostrare solo una inquadratura delle tre donne, accompagnata da un testo informativo di spiegazione.

Lo stallo della negoziazione

In realtà, in effetti, stando a fonti americane, i negoziati sono in stallo per diverse ragioni. Alcune delle quali sono anche state rese note da Ha’retz’, che nel fornire gli ultimi aggiornamenti dal fronte delle negoziazioni  per la liberazione dei 239 ostaggi, cita notizie provenienti dagli Stati Uniti. Notizie secondo le quali alcuni funzionari israeliani si sarebbero recati sabato in Qatar per discutere di un accordo su tutte le persone sequestrate ancora in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza.

Fonti Usa: i negoziati bloccati prima che Israele lanciasse la seconda fase dell’offensiva

Ebbene, secondo quelle fonti americane i negoziati per il rilascio degli ostaggi sono in stallo perché Hamas, che chiede in cambio carburante, è disposta a liberare solo un gruppo ristretto dei 239 catturati il 7 ottobre. «Hamas insiste nel voler carburante. Israele, gli Stati Uniti ed altri Paesi vogliono il rilascio di un gruppo consistente di ostaggi», hanno spiegato le fonti Usa a Nbcnews. Sottolineando che i negoziati si sono bloccati prima che Israele lanciasse, nella notte di venerdì, la seconda fase della sua offensiva con le truppe di terra a Gaza.

Finora rilasciati solo 4 ostaggi dei 239 sequestrati

E ancora. «I negoziati stavano andando bene giovedì, e i negoziatori speravano che si potesse raggiungere un accordo nel weekend – riferiscono sempre le stesse fonti in merito ai colloqui in corso a Doha –. Ma le differenze emerse la mattina di venerdì hanno portato allo stallo». E per i 239 ostaggi. tra i quali ci sono bambini e anziani, e cittadini con passaporti di 25 Paesi stranieri (compresi 54 thailandesi, 15 argentini, 12 americani, 12 tedeschi, sei francesi e 6 russi) lo spiraglio di luce in fondo al tunnel si allontana. Finora i negoziati hanno portato al rilascio di appena 4 ostaggi…

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