Sondaggio, cresce la voglia di presidenzialismo: 2 italiani su 3 vogliono l’elezione diretta
Gli italiani confermano una grande fiducia nel presidente della Repubblica, che resta la figura istituzionale più amata insieme al Papa. L’indagine di un anno fa di Demos- LaPolis Università di Urbino sul rapporto tra i cittadini e le istituzioni viene avvalorata da un recente sondaggio di Demos pubblicato su Repubblica . Una tendenza che ‘tradisce’ una voglia di premierato o presidenzialismo. Il modello indicato dal governo Meloni che approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Due terzi degli intervistati mostrano un consenso alto per il presidente Sergio Mattarella. Dai tempi dell’elezione, nel 2015, il gradimento è salito di oltre 15 punti.
Sondaggio Demos, cresce la fiducia nel capo dello Stato
Il capo dello Stato – si legge nel sondaggio – fornisce condivisione in un sistema politico diviso. Questa “personalizzazione” si traduce nella richiesta di un sistema elettorale “personalizzato” sintetizzato nell’elezione diretta. Il 57% lo ritiene il “migliore dei modi possibili”. Il presidenzialismo è un modello che seduce particolarmente gli elettori di FdI /l’84%). Ma è molto gradito anche tra chi vota per Forza Italia e Lega (oltre il 60%).
Due terzi degli italiani vuole il presidenzialismo
Scende, ma resta alta la fiducia nel presidenzialismo tra gli elettori di M5S e Pd (tra il 45% e il 47%). La “personalizzazione” del sistema istituzionale si estende anche alla scelta del presidente del Consiglio. La maggioranza degli italiani vorrebbe scegliere il capo del governo in modo diretto. La percentuale è uguale a quella espressa per il presidente della Repubblica: 57%. La preferenza per l’elezione diretta del capo del governo, infatti, appare maggiore rispetto a quella del capo dello Stato fra gli elettori di Forza Italia, Lega e 5Stelle che hanno una storia di “partiti personali” più radicata. Ma l’adesione più corposa viene da chi vota per il partito di Giorgia Meloni.
L’elezione diretta del premier sul tavolo dei ministri
La propensione verso l’elezione diretta del presidente della Repubblica e del capo del governo delinea, quindi, un percorso già avviato da tempo. Dai governi precedenti, che hanno fatto largo ricorso ai decreti legge e al voto di fiducia. Una pratica utilizzata anche dall’attuale esecutivo. Con l’effetto di indebolire il ruolo del Parlamento chiamato a confermare quanto già deciso da Palazzo Chigi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella costituisce una garanzia di fronte al rischio che la fiducia presidenziale si traduca in “presidenzialismo di fatto”. Ma l’elezione diretta del premier, tornato alla ribalta del dibattito politico, potrebbe dare vita a nuove forme e formule di presidenzialismo. Che rimane l’obiettivo prioritario delle riforma costituzionale immaginata da Giorgia Meloni. E non da oggi.