Stupro a Torino, branco in azione durante una festa: “Urlavo, ma in quella casa nessuno mi ha aiutato”
Stupro di gruppo a Torino a danno di una ventenne: cambia il luogo, ma lo scempio dell’abuso fisico e psicologico si ripete con le identiche modalità violente. Dopo Palermo, stavolta siamo nel capoluogo piemontese, dove un ennesimo branco di conoscenti, coadiuvato da un amico della vittima che di lui si fidava, ha drogato e stuprato una ragazza. Una giovane che, ai poliziotti che l’hanno soccorsa, ha raccontato subito l’orrore subìto, identificando alcuni dei suoi autori proprio sulla scena del crimine. «Ho perso i sensi sul divano. Mi avevano dato birre e superalcolici, penso per farmi ubriacare, e una pastiglia di ecstasy. Mi sono risvegliata nuda con loro sopra. Urlavo di lasciarmi stare, di smetterla. Nessuno in quella casa mi ha aiutata. Loro si sono poi fermati e sono andati di là a dormire»…
Stupro di gruppo a Torino durante una festa
Sul caso, riportato dal quotidiano la Repubblica, è al lavoro la polizia e nell’indagine sei giovani sono indagati. La procura ha infatti aperto un’inchiesta per violenza sessuale di gruppo. Tre ragazzi sono stati arrestati perché la vittima li ha riconosciuti come autori materiali del reato, mentre altri tre sono stati denunciati a piede libero.
La vittima, una 20enne, denuncia e identifica gli aggressori
La serata, ricostruisce il quotidiano, doveva essere una festa, iniziata al parco con qualche birra con gli amici e proseguita in un appartamento. Secondo la ricostruzione riportata dal quotidiano, la 20enne sarebbe stata stordita con alcol e droga prima di essere violentata quando era priva di sensi. E le indagini proseguono perché c’è il sospetto, osserva la Repubblica, che alla violenza abbiano partecipato più persone. Intanto, a quanto si apprende, è fissata per domani mattina nel carcere torinese delle Vallette, dove sono detenuti, l’udienza di convalida dei tre ragazzi arrestati dalla polizia perché, secondo l’accusa, avrebbero drogato e stuprato la ventenne.
La trappola del branco scattata con un invito da parte di un amico della vittima
Nella vicenda però, come anticipato, risultano indagate anche altre tre persone. Fondamentali, nella individuazione dei responsabili, le indicazioni fornite dalla vittima della violenza di gruppo: una ventenne brasiliana che ha denunciato lo stupro che sarebbe avvenuto nel corso di una festa in un appartamento a Torino, la notte di martedì 10 ottobre 2023. Una denuncia culminata la mattina successiva nel fermo di tre giovani che – spiega il sito di Torino Today precisando i dettagli d’indagine – sarebbero tre ragazzi «di 21, 22 e 23 anni. Un brasiliano e due peruviani residenti in città. Altri tre, il più giovane di 18 anni, sono indagati per lo stesso reato dal pm Lisa Bergamasco della procura cittadina, che coordina l’inchiesta».
Stupro di gruppo a Torino, la giovane drogata e stordita da alcol e droga, e poi abusata a più riprese
Secondo il racconto della vittima, allora, la trappola sarebbe scattata con un invito arrivato alla ragazza da parte di una persona di cui si fidava. Un amico, insomma, che l’avrebbe invitata a unirsi al gruppo per la festa (a base di alcol e droga), cominciata in un parco della città. E proseguita in un appartamento al quinto piano di un palazzo, dove c’erano anche altre persone. Poi, quando la ragazza, stordita, si è addormentata sul divano, secondo la ricostruzione riportata da Torino Today «alcuni giovani avrebbero abusato di lei a più riprese, fino al suo risveglio e alla richiesta di aiuto».
L’allarme e mette in fuga i suoi aggressori: uno dei tre fermato mentre scappava in monopattino
L’allarme, poi, ha immediatamente messo in fuga il branco, tanto che il primo giovane sarebbe stato arrestato mentre scappava in monopattino. Gli altri due, invece, sono stati identificati dalla vittima ancora nell’appartamento dove si è consumato l’abuso, nel corso di un sopralluogo delle forze dell’ordine. Per i tre giovani arrestati – che domani affronteranno l’udienza di convalida del fermo – ora si sono aperti i cancelli del carcere. Per la giovane vittima, invece, il lungo calvario della metabolizzazione di un dolore e di un trauma che non avranno mai veramente fine.