Sulla “rottura” tra Meloni e Giambruno spuntano gli avvoltoi politici: il primo è Riccardo Magi
L’annuncio della fine della relazione tra Giorgia Meloni e il compagno Andrea Giambruno ha colto tutti di sorpresa, ma per una volta lo “sciacallaggio” politico su vicende personali ha lasciato spazio, anche a sinistra, ad attestati di stima e di solidarietà per la premier, costretta a chiarire pubblicamente una propria vicenda dolorosa per trasparenza. Dalle donne, poi, anche dell’opposizione, le parole sono delicate e rispettose, come quelle di Alessandra Moretti e Pina Picierno del Pd, mentre il commento di Carlo Calenda, da questo punto di vista, è impeccabile: “Tutta questa vicenda è abbastanza sconcia. L’uso strumentale dei fuori onda da parte di reti TV collegate a partiti politici, la richiesta assurda che delle frasi (volgari) di Giambruno risponda Meloni. Il tutto con di mezzo una bimba di 7 anni che deve poter fare una vita normale”, dice il leader di Azione.
“Io sono un avversario di Giorgia Meloni ma oggi ha tutta la mia solidarietà. Così in Italia non si produrrà mai nulla tranne il fango, finché il fango non sommergerà tutti e tutto”, aggiunge Calenda. Belle anche le parole di Giuseppe Conte: “Vorrei innanzitutto chiarire che esprimo solidarietà a Giorgia Meloni come persona, come donna e come madre. Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio attuale, è per me un avversario anche politico, ma io non auguro neppure un avversario politico di dover assumere scelte di vita personale sotto una pressione mediatica, così come è successo”.
Sulla separazione vola l’avvoltoio politico Magi
Ovviamente, tra le fila dell’opposizione, non poteva mancare chi non vedeva l’ora di strumentalizzare la vicenda tra Meloni e Giambruno per buttarla in politica. E’ il caso del radicale Riccardo Magi, segretario di Più Europa, che commenta: “A noi non appassiona occuparci delle questioni personali della Presidente del Consiglio tantomeno di quelle private. Vorremmo che lei facesse lo stesso con tutti gli italiani. Chiedo perciò ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale“, scrive su Twitter con scarso senso dell’opportunità e dell’eleganza. “La famiglia tradizionale non esiste, è un feticcio ideologico che nemmeno loro stessi riescono a onorare. Perché a questo punto, la caccia alle streghe fatta da questo governo a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella del “Mulino Bianco” appare solo come una grande ipocrisia”, prosegue Magi. “Una cosa è certa: le parole e gli atteggiamenti di Giambruno sono l’emblema della cultura machista che ancora oggi dilaga nel mondo del lavoro, e non solo, in Italia. Ora torniamo a occuparci di manovra, di come questa scellerata legge di bilancio colpirà gli italiani, della crisi in medio oriente e della guerra in Ucraina”, conclude Magi.
La risposta di Delmastro: “Poteva stare zitto invece di ragliare”
Da Fratelli d’Italia si fa notare come l’uscita del radicale sia decisamente fuori luogo. “Magi, perdendo una buona occasione per tacere, strumentalizza le vicende personali del presidente del Consiglio Giorgia Meloni per accusarla di ‘caccia alle streghe’ e per definire la famiglia ‘un feticcio ideologico’. È pur vero che certi ragli non salgono al cielo e non meriterebbero commenti, ma è bene ricordare a Magi che oltre al feticismo esiste anche la categoria del voyeurismo politico: quella perversione di chi spaccia per politica la eccitazione che prova nello spiare, commentare, strumentalizzare, con scarsa eleganza e rigurgitando fiele, le vicende private altrui”, è la risposta di Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario alla Giustizia.