Tajani: “Né Forza Italia, né la famiglia Berlusconi vogliono danneggiare il governo. Siamo un partito leale”

24 Ott 2023 12:55 - di Federica Parbuoni
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“Non c’è nessuna iniziativa da parte della famiglia Berlusconi, non c’è alcun intendimento di creare danni al governo, come non c’è da parte di Forza Italia, che è un partito leale e fedele“. Ospite di Sky Tg24, il ministro degli Esteri e segretario di FI, Antonio Tajani, ha voluto sgombrare il campo nella maniera più chiara possibile dai sospetti che in questi giorni si sono affastellati intorno agli azzurri dopo il caso dei fuorionda di Andrea Giambruno trasmessi da Striscia la Notizia.

Tajani: “Né Forza Italia né la famiglia Berlusconi vogliono creare danni al governo”

“Il governo può dormire sonni tranquilli” e “non c’è nessuna iniziativa per indebolire il presidente del Consiglio”, ha proseguito Tajani, aggiungendo che “la famiglia Berlusconi è rimasta sorpresa e anche dispiaciuta per ciò che è accaduto dopo il servizio andato in onda in una trasmissione su Mediaset, ma l’autore è autonomo”.

La telefonata di Pier Silvio e la rivendicazione di Ricci

Lo stupore dei Berlusconi era già emerso dalle indiscrezioni su una telefonata di Pier Silvio Berlusconi a Giorgia Meloni, nella quale l’ad di Mediaset avrebbe espresso al premier parole “cordiali e di vicinanza”, chiarendo di non aver saputo in anticipo dei fuorionda e che “Antonio Ricci è ingovernabile anche per noi”. Una versione confermata dallo stesso Ricci, che ha rivendicato la totale paternità della decisione, mostrando per altro un compiacimento fuori luogo di fronte a conseguenze che non coinvolgono solo due adulti pubblicamente e politicamente esposti.

Il fallimento di chi vuole seminare zizzania

Ciononostante alcuni giornali hanno cavalcato lo scompiglio creato dal caso per riproporre nuovamente l’idea di una maggioranza spaccata, aggiungendo il carico di colpi bassi e ritorsioni. Una narrazione che, come dimostrano il voto di ieri e tutti gli ultimi sondaggi, non ha alcuna presa e, semmai, sortisce l’effetto di rinforzare il consenso del governo e del premier.

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