Ue, la proposta Ecr sull’agenda verde diventa maggioritaria: nuova versione del regolamento euro 7
“Purtroppo solo sul fine legislatura ma finalmente il nostro punto di vista sull’agenda verde è diventato maggioranza”. Lo dichiarano il copresidente del gruppo ECR al Parlamento europeo, Nicola Procaccini e l’eurodeputato di FdI Pietro Fiocchi. La proposta del gruppo dei conservatori europei sulla proposta di regolamento sugli standard Euro 7 è stata supportata da Id, Ppe e Renew, mettendo in minoranza le sinistre rosse e verdi. “Questo ci fa ben sperare non solo in vista delle ultime votazioni di questa legislatura, ma anche di quelle che verranno nella prossima”.
“Rispetto alla proposta della Commissione – continuano i due – l’obiettivo proposto dal relatore del gruppo ECR è quello di concedere ai produttori di auto e furgoni un periodo di tolleranza di almeno due anni dopo la definizione di tutta la legislazione secondaria, prima di essere obbligati a conformarsi ai nuovi standard di emissioni. Per i produttori di autobus e camion, si suggerisce un periodo di grazia più generoso di almeno quattro anni. Inoltre si propone il mantenimento degli attuali requisiti per i test Euro 6 e la definizione di limiti di emissione dei gas di scarico più pratici rispetto alla proposta originale della Commissione. Per evitare di imporre all’industria requisiti troppo onerosi in termini di emissioni e di test, soprattutto in vista della assurda eliminazione dei veicoli con motore a combustione prevista nel 2035”.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in merito al voto della Commissione ambiente del Parlamento europeo, ha dichiarato la sua soddisfazione. “Rileviamo come il voto abbia confermato, con una inedita ma sempre più coesa maggioranza di centrodestra, la nuova versione del regolamento Euro 7 così come era emersa nel Consiglio Competitività del 26 settembre scorso” sottolinea il ministro.
“In quell’occasione, il fronte della responsabilità guidato da Italia e Francia riuscì a far convergere la stragrande maggioranza degli Stati su una revisione del testo che potesse salvaguardare il futuro dell’automotive europeo e gli investimenti delle imprese nell’innovazione tecnologica” afferma. “Siamo convinti che questa visione pragmatica e realistica possa e debba rappresentare sempre più la linea della nostra Europa anche negli altri dossier” conclude il ministro.