“Vogliono islamizzare l’Europa”: Ecr lancia l’allarme sugli investimenti faraonici nel mondo del calcio
Nicola Procaccini, europarlamentare del partito di Giorgia Meloni e copresidente del gruppo Ecr del Parlamento europeo, torna a riaccendere i riflettori sul rapporto tra calcio e islamizzazione dell’Occidente. E lo fa in un convegno alla Camera, Islamball – Il calcio come strategia di soft power nel cuore d’Europa, in cui si è confrontato con il giornalista e scrittore Rocco Bellantone, autore del libro Calcio, Islam e petrodollari; l’antropologa e ricercatrice Florence Bergeaud Blackler, che lavora al Cnrs, il più grande istituto pubblico di ricerca della Francia; il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo; e Andrea Stramaccioni, commentatore sportivo televisivo.
«Gli investimenti del mondo arabo nel calcio non sono né divertissement per sceicchi, né un investimento con una rendita perché sono tutti a perdere su piano economico – premette Procaccini-. Sono figli di una strategia geopolitica di diffusione dell’Islam, anche quello radicale, nelle società occidentali attraverso il calcio che è il più popolare degli strumenti di soft power che esistano. Con questa iniziativa abbiamo collegato tutti i puntini in modo da far vedere ciò che tutti hanno sotto gli occhi ma di cui non colgono il senso».
Islamball: il dossier cita anche il documento dei Fratelli Musulmani
Nel dossier Islamball Ecr-FdI si spiega come i mondiali nel Qatar del 2022 «siano stati un primo importante passo per l’ingresso del calcio in grande stile in quel processo di penetrazione». Così come, «la imponente campagna acquisti dell’Arabia Saudita può certamente essere considerata come un’enorme operazione di sportwashing di un regime che cerca di accreditarsi a livello internazionale». Insomma, c’è ben altro dietro i faraonici investimenti in questo sport popolare in ogni angolo del globo da parte di alcuni Stati arabi, con l’ingaggio di campioni planetari da parte dell’Arabia Saudita e i campionati del mondo in Qatar. Una riflessione «per collegare tutti i puntini di quello che non è un divertimento per sceicchi ma una strategia geopolitica per un processo di islamizzazione progressiva dell’Occidente».
Il calcio come strumento islamizzazione
Il calcio come strumento di soft power, dunque, «con tanti casi che caratterizzano questo fenomeno a partire dai primi anni 2000 quando gli stati del Golfo hanno deciso di investire» nel pallone e, più in generale, «nello sport acquistando diverse squadre inglesi e sponsorizzandone molte altre tra le più blasonate in Europa». «Il fatto che Stati come il Qatar, gli emirati Arabi e l’Arabi Saudita da decenni siano accusati di fiancheggiare e finanziare gruppi islamici estremisti non fa che rafforzare il concetto che la loro strategia ora abbia fatto un ulteriore salto di qualità», si legge. Il dossier cita, a tal proposito, «un documento dei Fratelli Musulmani pubblicato lo scorso anno, che spiega molto bene il processo di islamizzazione dell’occidente in corso».