A Gaza è guerra nei tunnel e in Qatar in azione gli 007 di Cia e Mossad: si cerca un’intesa su ostaggi e tregua (video)

9 Nov 2023 15:55 - di Lorenza Mariani
Cia Mossad

Dieci ore di battaglia serrata, cruenta, e culminata con i militari israeliani che hanno preso il controllo di una “roccaforte” di Hamas nella zona di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. A fare il punto sono le stesse forze israeliane (Idf), riferendo sul social X di un’operazione della fanteria. Secondo quanto comunicato, i soldati hanno combattuto con uomini di Hamas e della Jihad Islamica sia «in superficie. Che lungo un percorso sotterraneo nell’area». Un’azione mirata nei tunnel sotterranei di Gaza entrati a pieno titolo nella scena del conflitto, e dove – secondo quanto riferiscono le unità militari di Tel Aviv – sarebbe stato ucciso un numero non precisato di terroristi e si sarebbe scoperto un deposito di armi. Un covo, che fingeva da nascondiglio e deposito, con un ingresso vicino a un asilo che portava a “un lungo percorso sotterraneo”. Non è chiaro se vi siano state perdite tra le fila dei militari israeliani nella battaglia – di cui danno notizia i media israeliani – per la “roccaforte” di Hamas indicata come “avamposto 17”.

Trattative serrate su ostaggi e tregua: Cia e Mossad al lavoro in Qatar

Nel frattempo, si fanno sempre più serrate le trattative per una tregua umanitaria a Gaza. Un’intesa per garantire il rilascio di un gran numero di ostaggi detenuti da Hamas a Gaza appare ancora vaga, nonostante continuino attivamente i negoziati che coinvolgono Stati Uniti, Israele, Qatar e Hamas. A portare avanti in prima fila la mediazione sarebbe l’Egitto: si punta su uno scambio, che prevede il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi. Secondo quanto riporta una fonte al corrente dei colloqui, citata dalla Bbc, sul tavolo ci sarebbe il rilascio di 12 ostaggi nelle mani di Hamas, la metà dei quali americani. In cambio di una pausa umanitaria di tre giorni. La pausa, evidenzia la fonte, consentirebbe ad Hamas di rilasciare gli ostaggi. E contemporaneamente all’Egitto di fornire aiuti umanitari sia al sud che al nord di Gaza. Il nodo riguarda la durata della pausa e la situazione nel nord, dove si registrano intensi combattimenti.

La posizione di Israele e quella di Hamas, Cia e Mossad trattano a Doha

E intanto, mentre dal canto suo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportano i media locali, ha ribadito che «non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi», sul fronte opposto anche Hamas continua a tenere il punto. «Ribadiamo che l’unica strada per il rilascio degli ostaggi è un accordo globale per lo scambio totale o parziale dei prigionieri», ha fatto sapere Abu Obeida, portavoce delle Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas. Così, mentre si cerca un’intesa, l’esercito israeliano continua a combattere nel territorio controllato dai terroristi, demolendo le loro infrastrutture. A partire da quei famosi tunnel che corrono per 500 Km lungo tutta Gaza, di cui i genieri dell’Idf hanno annunciato di aver distrutto 130 passaggi e gallerie.

Ostaggi e tregua, il fronte diplomatico al lavoro a Doha

Sul fronte diplomatico, invece, come riporta tra gli altri Il Giornale in queste ore, «i capi della Cia e del Mossad, Bill Burns e David Barnea, sono in Qatar per raggiungere con le autorità di Doha un accordo sul cessate il fuoco in cambio della liberazione di 10-20 ostaggi di Hamas. I colloqui “starebbero procedendo bene verso un’intesta”. Su un altro fronte del dialogo, invece, a Parigi prende il via la conferenza umanitaria a cui presenzierà, per l’Italia, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

A Parigi prende il via la conferenza umanitaria tra crisi della popolazione civile e scontro politico

E proprio sul vertice di Parigi il titolare della Farnesina in un’intervista al Corriere della sera ha sottolineato che «il governo francese ha organizzato velocemente questa conferenza decisiva, dedicata innanzitutto a fronteggiare la crisi umanitaria di cui è vittima la popolazione civile. Ma anche per provare a gestire lo scontro politico. Per cominciare a pensare al “dopo”. Al momento in cui bisognerà iniziare a ricostruire Gaza, dal punto di vista materiale e politico». Un contesto rispetto al quale – ha ribadito Tajani – «l’Italia si presenta con grandissimo senso di responsabilità, con equilibrio, con impegno totale. Non siamo sonnambuli: non vogliamo precipitare ancora più in fondo nella guerra».

Tajani: «Vogliamo che questa guerra finisca al più presto, ma anche che Israele elimini i gruppi terroristi di Hamas»

E ancora. «Ci siamo confrontati con i nostri alleati internazionali, Usa, Canada e Giappone. Abbiamo discusso con un incredibile senso di responsabilità e realismo. Noi europei, uniti. Il nostro messaggio è chiaro: condanniamo l’attacco terrorista del 7 ottobre. Sosteniamo che Israele ha il pieno diritto a difendersi. Ma chiediamo a tutti e quindi allo stesso Israele di difendere i civili. Di permettere pause umanitarie nei combattimenti per aiutare la popolazione di Gaza. Chiediamo anche al governo di Israele di mettere un freno alle violenze di coloni estremisti nei territori palestinesi di Cisgiordania». «Vogliamo – ha quindi aggiunto il ministro degli Esteri – che questa guerra finisca al più presto. Ma vogliamo anche che Israele elimini i gruppi terroristi di Hamas».

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