Adunata oceanica a Madrid contro il “golpe” di Sanchez e l’amnistia: “L’Europa lo deve sapere” (video)
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Madrid con le bandiere della Spagna e dell’Unione europea contro l’amnistia agli indipendentisti catalani e contro il governo del socialista Pedro Sanchez. Una protesta organizzata da più di un centinaio di associazioni della società civile con il motto “Non nel mio nome: né amnistia, né autodeterminazione, per la libertà, l’unità e l’uguaglianza!’.
La dimostrazione si è tenuta il giorno dopo che il re Felipe VI ha nominato formalmente Sanchez presidente del Governo, a seguito della fiducia del Congresso incassata dal socialista. Alla manifestazione erano presenti anche il leader del Pp, Alberto Núñez Feijóo, e il presidente di Vox, Santiago Abascal.
Sanchez ha comprato il voto di Puigdemont garantendogli l’amnistia
La protesta dei partecipanti, oltre un milone per gli organizzatori, meno di duecentomila per il governo, si è svolta in modo assolutamente pacifico. Slogan e messaggi hanno ripetuto quanto viene ripetuto da settimane in tutte le manifestazioni del centrodestra: Pedro Sánchez è un “traditore”, merita di finire “in carcere”, non può essere considerato “Un presidente, ma un delinquente”. Un altro dei cori più scanditi è quello che augura un futuro “in prigione” anche all’ex presidente catalano Carles Puigdemont, leader del partito Junts per Catalunya che ha concesso la fiducia a Sánchez in cambio di un’amnistia in favore dei secessionisti catalani con cause aperte.
I manifestanti di Madrid: Sanchez è un traditore
«Sono terroristi, non progressisti» e «resisteremo», hanno scandito i manifestanti contrari al nuovo governo di progressista che si formerà nelle prossime ore. Sul palco nessun intervento dei leader: hanno parlato solo esponenti della società civile, tra qui il filosofo Fernando Savater.
Un gruppo di circa tremila persone ha continuato la protesta a Madrid in Calle Ferraz, sotto la sede del Psoe, il partito di Sanchez, mentre alcune centinaia di dimostranti si sono dirette verso la Moncloa. La polizia ha sbarrato la strada di accesso al palazzo presidenziale
Abascal, ha denunciato che la legge sull’amnistia è la “consumazione” di un golpe o già iniziato con il patto del presidente del governo, Pedro Sanchez, con “tutti i nemici della Spagna”. “Di fronte a ciò, non possiamo considerare la battaglia persa”, ha detto Abascal, che ha invitato a “continuare a resistere” attraverso una “risposta istituzionale coordinata” nelle regioni senza “maggioranza golpista”, cosi’ come al Senato.