Bertinotti umilia il Pd della Schlein: “Ininfluente. La manifestazione? Un selfie. La sinistra non c’è”
La sinistra non c’è. L’affermazione di Bertinotti suona come la Cassazione per il Pd. L’ex presidente della Camera, già leader di Rifondazione comunista, dà belle legnate al più importante partito dell’opposizione. Bertinotti è uno che della materia se ne intende. Chiamato in causa dalla premier a proposito del “rifiuto” della Schlein di accettare il confronto ad Atreju (“Lui non aveva paura a confrontarsi”), intervistato da Libero, è categorico. A domanda secca – non c’è la sinistra? – risponde altrettanto decisamente: «Secondo me non c’è. Lo dico con molto rammarico. A oggi non c’è».
Bertinotti: “Pd ininfluente, va a rimorchio”
Bertinotti “seppellisce” il Pd targato Schlein. Dalla sua disamina sta sbagliando tutto. Ha perso la sua “anima” e arranca nelle piazze. Eppure c’è stata la recente manifestazione a piazza del Popolo a Roma. Tutti soddisfatti, parevano, da Conte a Schlein. Invece? «Vede – risponde- la differenza tra lo sciopero dei sindacati e la manifestazione del Pd? Lo sciopero ha inciso, è entrato nella battaglia politica, ha costretto il governo a entrare in dialettica, in scontro. La manifestazione del Pd niente di tutto questo. Ininfluente. Era una semplice fotografia con autoscatto. Non diceva cosa vogliamo, ma chi siamo». E chi sono?, chiede Hoara Borselli: «Un popolo per bene politicamente ininfluente». Quella manifestazione, insomma, è stata un grande selfie collettivo e niente più. Non è la prima volta che Bertinotti lancia siluri contro il partito che dovrebbe essere il traino della sinistra, dell’opposizione. E alla luce del dibattito pubblico recente il suo giudizio è ancora più severo
Bertinotti. “E’ un partito liberale da tempo”
Anche lo sciopero del 17 novembre non è servito a rivitalizzare il Pd, secondo Bertinotti. «Purtroppo temo di no. Perché non basta mettersi a rimorchio di una lotta per riscoprire il valore del conflitto sociale. Il Pd questo terreno non lo conosce». Il ragionamento di Bertinotti non fa una grinza. Landini sta riempendo un vuoto che Schlein e compagni non sanno più riempire. Come mai? Lapidario anche in questa risposta. «Perché è diventato da diverso tempo un partito liberale…». E spiega: «Sì. E per ricostruire una dimensione autentica del proprio rapporto col popolo – mi lasci dire: del proprio rapporto di classe – non basta mettersi al seguito di qualcuno: occorre ricostruire, rifondare, tutta la propria cultura politica». «In Italia, che ha avuto la più grande sinistra d’Europa e il più grande sindacato confederale d’Europa- il sindacato dei consigli- la sinistra è precipitata da un punto più alto e si è fatta più male», rispetto alle altre sinistre europee.