Blinken per la terza volta in Israele: gli Usa tentano la carta delle “pause umanitarie”

3 Nov 2023 10:16 - di Natalia Delfino
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Terza missione in Israele dall’attacco del 7 ottobre per il segretario di Stato Antony Blinken, arrivato stamattina a Tel Aviv. Al centro della visita, come anticipato dalla Casa Bianca, ci sarà la richiesta di consentire pause umanitarie a Gaza, anche per facilitare il rilascio degli ostaggi, e discutere i passi concreti per ridurre al minimo i danni ai civili. Una posizione che, ha chiarito il portavoce della sicurezza nazionale Usa, John Kirby, non significa sostenere un cessate il fuoco generale, ma pause “temporanee e localizzate”. Domani Blinken sarà ad Amman per un vertice con i Paesi arabi che cercherà di convincere a spostare la loro posizione dal cessate il fuoco alle pause umanitarie.

Blinken chiede a Israele “pause umanitarie temporanee e localizzate”

“Il segretario di Stato americano Antony Blinken è tornato in Israele per incontri sul conflitto tra Israele e Hamas”, si legge in un tweet del portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller, che sottolinea che “anche se Israele ha il diritto di difendersi, il modo in cui lo fa è importante. A Tel Aviv – ha chiarito ancora il funzionario – discuteremo di dare priorità alla sicurezza dei civili e di fornire assistenza umanitaria ai palestinesi di Gaza”.

L’Idf: “Il termine cessate il fuoco non è affatto sul tavolo al momento”

Nella serata di ieri il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, intervistato dal Times of Israele ha sottolineato che “il termine ‘cessate il fuoco’ non è affatto sul tavolo al momento”, aggiungendo che Israele non si farà “distrarre” dagli attacchi sugli altri fronti, come quelli di Hezbollah in Libano e degli Houthi dello Yemen. “Stanno cercando di distoglierci dal concentrarci su Gaza, noi siamo concentrati su Hamas”, ha affermato. Lo stesso Hagari oggi ha diffuso in un tweet un’intercettazione telefonica carpita ieri tra due miliziani di Hamas nella quale si parla di un deposito di carburante sotto l’ospedale di Shifa nella Striscia di Gaza.

L’intercettazione di due miliziani di Hamas: “Il carburante è sotto l’ospedale Shifa”

“Il funzionario dell’ospedale afferma che le riserve di carburante di Hamas, pari a oltre mezzo milione di litri, si trovano sotto l’ospedale Shifa”, ha spiegato Hagari, dicendo che si tratta di una “conferma che Hamas controlla le risorse energetiche e di carburante nella Striscia di Gaza e sceglie di destinarle al terrorismo”. “Se si permettesse al carburante di entrare nella Striscia di Gaza, Hamas vorrebbe impossessarsi di quelle risorse”, inoltre “l’Idf continuerà a divulgare informazioni che dimostrano che l’organizzazione terroristica di Hamas utilizza le risorse della popolazione civile della Striscia di Gaza per scopi terroristici”.

Ieri l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi aveva lanciato l’allarme “completamente esaurite”, aggiungendo che “nei prossimi giorni” ospedali, stazione idrica e panetterie sarebbero rimaste bloccate. Il premier benjamin Netanyahu aveva chiarito che non sarebbe stato consentito alcun trasferimento di carburante a Gaza.

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